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Italia Nucleare: Enel e Ansaldo svilupperanno congiuntamente la nuova energia nucleare

Ansaldo Nucleare ed ENEL firmano un accordo per lo studio congiunto delle tecnologie nucleare e la valutazione sulla costruzione di reattori con nuove tecnologie. Torneremo ad avere un nucleare italiano, magari non sulla terraferma italiana?

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L’Enel e Ansaldo Nucleare hanno concordato di esaminare e valutare congiuntamente nuove tecnologie e modelli di business per la generazione di energia nucleare – come i reattori modulari di piccole dimensioni e i reattori modulari avanzati – e la loro applicabilità industriale.

Le due aziende hanno firmato un accordo di collaborazione in base al quale esploreranno le prospettive dei reattori modulari di piccole dimensioni (SMR) e dei reattori modulari avanzati (AMR), analizzando in particolare le loro opportunità dal punto di vista industriale.

“Si tratta di reattori innovativi di ultima generazione, alcuni dei quali ancora in fase di sviluppo, che potenzialmente consentiranno di generare elettricità da fonti nucleari in modo sostenibile ed economico, garantendo un elevato grado di versatilità e flessibilità durante il funzionamento”, hanno dichiarato in un comunicato congiunto.

Nello specifico, oltre a valutare progressivamente il grado di maturità dei nuovi reattori SMR e AMR e delle relative aree operative, l’accordo prevede che le due aziende “costruiscano un percorso comune in cui l’analisi, il monitoraggio e l’eventuale valutazione di iniziative congiunte contribuiscano a verificare l’effettiva applicabilità delle due tecnologie, con particolare attenzione al coinvolgimento della filiera italiana”.

Enel e Ansaldo Nucleare hanno osservato: “L’obiettivo è quindi quello di utilizzare le tecnologie innovative come leva di sviluppo per un futuro vantaggio competitivo del Paese in termini di energia nucleare di nuova generazione”.

L’Italia ha gestito un totale di quattro centrali nucleari a partire dai primi anni ’60, ma ha deciso di eliminare gradualmente l’energia nucleare con un referendum che ha seguito l’incidente di Chernobyl del 1986. Ha chiuso i suoi ultimi due impianti operativi, Caorso e Trino Vercellese, nel 1990.

La smantellate centrale nucleare di Caorso

Alla fine di marzo 2011, dopo l’incidente di Fukushima Daiichi, il Governo italiano ha approvato una moratoria di almeno un anno sulla costruzione di centrali nucleari nel Paese, che stava cercando di riavviare il suo programma nucleare abbandonato da tempo. In un sondaggio condotto nel giugno dello stesso anno, il 94% degli elettori ha respinto la costruzione di nuovi reattori nucleari in Italia. Tuttavia, un sondaggio condotto nel giugno 2021 ha mostrato che un terzo degli italiani era favorevole a riconsiderare l’uso dell’energia nucleare nel Paese, con più della metà degli intervistati che affermava di non escludere l’uso futuro di nuove tecnologie nucleari avanzate.

Inoltre entrambe le società potrebbero valutare di sviluppare soluzioni nucleari che hanno sede sul territorio italiano: prima di tutto c’è la soluzione delle centrali nucleari galleggianti come la Akademik Lomonosov. Senza considerare che Ansaldo già partecipa nel rinnovo delle centrali nucleari in Romania.

Nel maggio dello scorso anno, il Parlamento italiano ha approvato una mozione per sollecitare il Governo a considerare l’integrazione dell’energia nucleare nel mix energetico del Paese. A settembre, si è tenuta la prima riunione della Piattaforma Nazionale per il Nucleare Sostenibile, istituita dal Governo per definire un calendario per la possibile ripresa dell’energia nucleare in Italia e identificare le opportunità per la catena industriale del Paese che già opera nel settore. Si prevede che il gruppo svilupperà delle linee guida entro la metà del 2024.

Enel e Ansaldo Nucleare operano nel settore nucleare al di fuori dell’Italia da diversi anni. Entrambe fanno parte della Piattaforma Nazionale per l’Energia Nucleare Sostenibile.


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