Difesa
Iperdrone 0: l’audace salto dell’Italia nella difesa e nei servizi spaziali. Può evitare che i soldi siano sprecati?
Scopri come l’Italia sta usando l’innovativo programma Iperdrone per proteggere le sue infrastrutture spaziali e diventare un leader nei servizi in orbita. Un investimento strategico per la sicurezza nazionale.

Mentre i cieli si affollano di satelliti e le superpotenze giocano a un rischioso gioco del gatto e del topo in orbita, l’Italia, in sordina, ha mosso una mossa audace e strategica.
Non si tratta di missili o di armi, ma di un piccolo, sofisticato satellite, l‘IPERDRONE.0, che si è lanciato nel cuore della nuova frontiera spaziale. Il suo scopo? Aprire la strada a servizi in orbita cruciali in tempo di pace, ma che diventerebbero una vera e propria scialuppa di salvataggio in caso di conflitto, proteggendo le nostre telecomunicazioni e i nostri sistemi di osservazione.
Questo programma, finanziato interamente dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), mostra una via che potebbe portare la spesa per la difesa italiana, il cui incremento rischia di essere uno spreco di risorse, vero invece investimenti con ricadute tecnologiche, economiche e di sicurezza notevoli, mandando veramente il nostro paese nel XXI secolo.
Dall’Idea alla Realizzazione: Il Programma Iperdrone
Il programma Iperdrone nasce come una roadmap strategica pluriennale, volta a creare un sistema di trasporto spaziale versatile, capace di offrire servizi avanzati in orbita (IOS) e, soprattutto, di rientrare in modo controllato sulla Terra per recuperare il suo carico. Immaginatelo come un “messaggero spaziale” in grado di recuperare materiali scientifici preziosi dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Il progetto è strutturato in missioni consecutive, ognuna con obiettivi incrementali. L’IPERDRONE.0, il primo tassello di questa ambiziosa visione, è un piccolo satellite di tipo CubeSat 6U. Il suo obiettivo principale era convalidare le tecnologie di base per le operazioni in orbita. Come ha sottolineato il presidente dell’ASI, Teodoro Valente, il programma è una “roadmap strategica” per “posizionare il sistema Paese in un ruolo di primo piano a livello internazionale in quella che rappresenta la nuova frontiera dei servizi spaziali”.
Un successo che è frutto di una collaborazione tutta italiana: il CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) come primo contraente, Tyvak International SRL per la produzione e l’integrazione del satellite, e Kayser Italia per i protocolli di sicurezza. Un consorzio che dimostra la capacità del nostro Paese di orchestrare progetti complessi sfruttando l’eccellenza industriale nazionale.
IPERDRONE.0: Tecnologia e Prestazioni
Lanciato con successo il 16 agosto 2024 a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX dalla base di Vandenberg in California, l‘IPERDRONE.0 (con ID NORAD 60520) è ora pienamente operativo. Il suo design compatto (6U CubeSat) ha permesso lancio come “rideshare” su un razzo commerciale, una soluzione anche economicamente conveniente. Certo, se avessimo un vettore, anche piccolo, autonomo, non ce ne sarebbe stato bisogno.
Ma quali sono queste tecnologie? Il cuore della missione è la dimostrazione di tre capacità chiave:
- Operazioni di Prossimità: Il satellite è in grado di eseguire manovre complesse intorno a un “punto virtuale”, simulando l’avvicinamento a un satellite non cooperativo, come quelli che si potrebbe voler ispezionare. Questa è la base per qualsiasi servizio in orbita.
- Telecamere di Ispezione: Dotato di telecamere ottiche e a infrarossi, IPERDRONE.0 può acquisire immagini ad alta risoluzione (5 cm da 300-1.500 metri), permettendo di valutare lo stato di salute di un asset spaziale.
- Sistema di Propulsione “Verde”: Un’innovazione fondamentale è il sistema di propulsione a gas freddo PERSEUS, che utilizza un propellente ecologico (R134a). Oltre a garantire il controllo del drone, ne garantisce la propulsione con bassa rilevabilità agli infrarossi. Il problema è, ovviamente, l’autonomia, che con questo tipo di propulsione a reazione resta limitato.
L’Impatto Strategico: Oltre la Scienza
Il programma Iperdrone va ben oltre la semplice dimostrazione tecnologica. Il suo sviluppo ha un’importanza strategica cruciale per l’Italia.
- Sostegno alla Difesa e alla Sicurezza:
In un mondo dove le minacce ibride si estendono nello spazio, la capacità di condurre operazioni di prossimità e di ispezione è fondamentale per monitorare satelliti potenzialmente ostili o per valutare danni alla nostra infrastruttura spaziale. Se oggi parliamo di “movimenti sospetti” di satelliti americani o cinesi, domani potremmo aver bisogno di capire se i nostri sistemi di osservazione o telecomunicazione sono a rischio. Iperdrone getta le basi per una capacità autonoma di tutela dei nostri asset in orbita.
- Verso un’Economia Spaziale Sostenibile:
La missione di IPERDRONE.0 pone le basi per il rientro controllato. Sebbene il rientro completo sia previsto per la prossima missione (IPERDRONE.1), questo primo test dimostra la capacità di preparare una manovra di rientro in un corridoio predefinito. Il satellite si aggancerà a un detrito o satellite non in uso in orbita per poi “Guidarlo” vero il rientro. In piccolo, anzi in piccolissimo, è quello che farà SpaceX con la stazione orbitale ISS a termine della sua vita utile.
Questa tecnologia è vitale per combattere il crescente problema dei detriti spaziali. La capacità di “deorbitare” con precisione i satelliti a fine vita riduce il rischio di collisioni, rendendo lo spazio più sicuro per tutti.
Però questo può anche essere solo l’inizio: se ci si può muovere ed avvicinare, e perfino agganciare, allora si posso compiere altre operazioni, da manutenzioni al rifornimento energetico. Si crea un’economia nuova, di servizio ai satelliti commerciali, un settore in rapido sviluppo con prospettive industriali notevoli.
Ovviamente c’è anche l’aspetto sicurezza-difesa: un satellite che si aggancia e fa deorbitare un satellite, un domani, potrebbe essere utilizzato per tutelare le nostre reti di difesa o per mettere fuori gioco quelli di eventuali attori ostili.
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Il Ruolo di Leader dell’Italia:
Grazie al finanziamento completo dell’ASI, il programma Iperdrone è un successo per l’industria aerospaziale italiana. Non sono molti i paesi che possono vantare progetti del genere. Speriamo che, invece di un mucchio di carri armati destinati a fare ruggine, si pensi di finanziare questi progetti all’avanguardia dalle cadute economiche e tencologiche importantissime, magari evitando che un domani la catena logistica e tecnologica ci venga scippata alla solita multinazionale francese o tedesca, povera di idee, ma ricca di soldi forniti a credito.
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