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Incidente di Mestre: bisogna ripensare la sicurezza dei veicoli elettrici

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L’incendio del bus caduto dal cavalcavia a Mestre, con il suo tragico bilancio, dovrebbe obbligare a pensare con maggiore attenzione il problema della sicurezza dei mezzi pubblici, in primis per i mezzi pubblici. Il problema non è solo legato all’utilizzo delle batterie al litio, ma anche al maggior peso che un veicolo elettrico viene ad avere rispetto ad uno a trazione ICE a causa del peso delle batterie.

Esiste ormai una certa letteratura sulla rischiosità della mobilità elettrica basata sulle batterie al litio, soprattutto per l’ampio uso che se ne fa in Cina. Ad esempio questa ricerca recente analizza con una certa profondità la casistica degli incendi, non pochi, avvenuti dopo la diffusione della mobilità elettrica in Cina ed altrove. Tra l’altro, non notata, esiste una certa stagionalità negli incendi, come si può vedere dal sottostante grafico.

Appare poi evidente come gli incendi siano legati direttamente agli incidenti: oltre la metà degli incidenti viene ad accadere dopo degli eventi traumatici, con la rottura delle batterie stesse, la fuoriuscita del liquido che normalmente divide catodo e anodo. Inoltre gli incidenti provocano la rottura dei sistemi di raffreddamento e facilitano il fenomeno del cosiddetto runaway termico, che poi è alla base dell’incendio.

Bus che prendono fuoco in Cina

Qui i passeggeri fuggono appena in tempo quando il bus prende fuoco

Bisogna affrontare il rischio legato alla mobilità elettrica. Sappiamo che questo apparirà non ecologico e lontano dalla filosofia green attuale, ma bisogna affrontare il problema della sicurezza della mobilità elettrica, anche a costo di interromperne l’introduzione e attendere che la tecnologia proponga delle migliori soluzioni. Già vengono introdotte batterie al cloruro di sodio molto più convenienti e, soprattutto, sicure, perché allo stato solido. Perchè accelerare l’introduzione di tecnologie immature e non prendersi il tempo per sviluppare soluzioni migliori. Anche perché tutti noi possiamo trovarci su un bus elettrico ancora non sufficientemente sicuro.


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