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INCHIESTA PENALE CONTRO LA CARNIVAL CROCIERE: il caso Ruby Princess/covid-19 scuote l’Australia

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I casi delle varie navi da crociera bloccate con decine di infettati a bordo stanno avendo anche delle pesanti ricadute di carattere penale per la Carnival crociere. L’Australia ha iniziato una pesante azione penale su quanto accaduto sulla Ruby Princess, ormeggiata e sbarcata a Sydney, s su quanto accaduto prima e dopo lo sbarco stesso. Le indagini, che coinvolgono un team di oltre 0 investigatori della Polizia Federale Australiana specializzati nelle indagini per omicidio stanno passando al setaccio (indossando indumenti di protezione), la nave ed analizzando sia i libri di bordo sia le registrazioni della Plancia di comando, mettendo in luce delle gravi inadempienze.

Prima di tutto il management della nave avrebbe definito la crociera “Sicura” basandosi solo sui tamponi all’equipaggio e sui questionari compilati a terra dai passeggeri, quando questi non potevano assicurare di non essere entrati in contatto con persone infette. L’equipaggio poi non ha compiuto sforzi effettivi per mantenere la minima separazione fra i passeggeri, nonostante le notizie internazionali sulla Covid-19 iniziassero ad essere drammatiche. Quando poi sono iniziati i primi casi i passeggeri che iniziavano a stare male si sono visti addebitare delle cifre elevatissime, ad esempio 300 dollari, per dei semplici analgesici o sciroppi per la tosse. Quando poi la nave è giunta in porto, al contrario di quanto accaduto alla Princess Diamond, poi i passeggeri sono stati lasciati scendere liberamente in una situazione in cui non c’erano aerei per riportarli in patria, il tutto mentre c’erano decine di infettati a bordo con la malattia talmente diffusa da portare a 15 morti.

I passeggeri, lasciati a se stessi, si sono dispersi sul territorio del New South Wales, rendendo complesso, se non impossibile, seguirne gli spostamenti, mentre una coppia addirittura ha volato sino a Perth, nel Western Australia, a migliaia di chilometri di distanza. Invece di permettere un controllo immediato dei passeggeri la società li ha lasciati andare con solo un consiglio di fare 14 giorni di auto-isolamento, ma senza assisterli. Successivamente  raggiunti dalle autorità australiane 600 passeggeri su 2600 sono risultati positivi, ma, sbarcati il 19 marzo, era tardi.

Ora la Carnival rischia pesanti accuse penali e civili che mettono a rischio la società stessa,tanto che i CDS , le assicurazioni contro il fallimento aziendale, sono salite alle stelle.

Questa vicenda può avere delle forti ricadute in Italia: la Costa Crociere è parte del gruppo Carnival ed in questo problema ci potrebbero essere dei problemi anche per la filiale italiana.


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