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Economia

Incendio in un’altra raffineria russa, a 1300 km dall’Ucraina

Un probabile attacco ucraino colpisce la raffineria di Ufa a quasi 1300 km dal confine fra i due paesi. Nonostante gli attacchi ucraini le raffinerie russe lavorano a tutto spiano

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Un incendio nella raffineria di Ufa, nella Repubblica di Bashkiria, è stato spento, secondo quanto riferito dalle autorità locali, e le prime notizie suggeriscono che l’impianto potrebbe essere diventato l’ultimo obiettivo degli attacchi dei droni ucraini.

In un successivo aggiornamento, tuttavia, le autorità hanno riferito che l’incendio è stato causato da problemi tecnici all’impianto.

La Reuters ha riferito che la raffineria ha una capacità di 168.000 barili al giorno, con la maggior parte delle materie prime provenienti dall’area circostante nella Siberia occidentale.

Dove si trova Ufa

Le autorità non hanno parlato di un attacco di droni, limitandosi a riferire che l’incendio è stato causato da un’esplosione. Le autorità federali, nel frattempo, non hanno menzionato l’abbattimento di alcun drone sopra Ufa, secondo quanto riportato dalla Reuters.

Gli incendi delle raffinerie in Russia sono diventati motivo di preoccupazione per i commercianti di petrolio, poiché l’esercito ucraino prende di mira le infrastrutture critiche per interrompere l’industria energetica russa. Finora non si sono verificate grandi interruzioni nei flussi di esportazione del carburante, nonostante la necessità di chiudere alcune raffinerie per le riparazioni in seguito agli attacchi dei droni.

Anzi, a gennaio di quest’anno le raffinerie russe hanno registrato un’impennata in risposta alle ultime sanzioni dell’amministrazione Biden, che hanno limitato le esportazioni di greggio, lasciandone una maggiore quantità in patria. Solo nelle prime due settimane dell’anno, le raffinerie sono aumentate del 2%, ovvero di 108.000 barili al giorno, per un totale di 754.800 barili al giorno, come ha riferito la Reuters a gennaio.

Raffineria di USA

Nel frattempo, gli analisti intervistati da Reuters si aspettano un mercato petrolifero ben rifornito quest’anno, a meno che non si verifichino gravi interruzioni delle forniture.

“A meno che l’offerta non subisca gravi interruzioni, le impennate dei prezzi dovrebbero essere limitate dall’ampia capacità di riserva dell’OPEC+, come è accaduto nell’ottobre 2024 durante l’ultima esplosione delle tensioni tra Iran e Israele”, ha dichiarato a Reuters il responsabile della ricerca europea sul petrolio e sul gas di HSBC.

Anche l’effetto prolungato delle sanzioni di Biden sull’industria petrolifera russa appare incerto nel sostenere i prezzi, secondo alcuni analisti. Secondo uno di loro, “non è chiaro se queste sanzioni da sole siano abbastanza forti da mantenere i prezzi elevati. La dinamica complessiva suggerisce che i prezzi potrebbero scendere ulteriormente a causa del previsto eccesso di offerta sul mercato”.


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