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In bocca al lupo al nuovo governo, che avrà molti problemi

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Il governo Meloni giura, e quindi entra nel pieno delle sue funzioni, anche se ci sono ancora da riempire le caselle dei sottosegretari. Non si può che augurare buona fortuna, anche perché le sfide sono enormi, gigantesche. Ci vorrà coraggio e anche un pizzico di fantasia per risolvere i problemi che ci si troverà davanti perché le soluzioni non potranno essere la continuazione delle politiche precedenti, anzi in molti casi sarà necessaria una rottura secca e decisa delle politiche precedenti. Perché il governo Draghi, lodato dei media, lascia un pesante lascito con problemi enormi a metà. Rifacendoci a diverse forti, come la Verità, ne facciamo un rapido elenco:

  • ENERGIA. Il primo, grande problema è quello dell’energia, sia come gas sia come altre fonti. L’Italia ha riempito le scorte, ma a prezzo elevatissimo, e questo si ripercuote fortemente sui costi per le aziende e le famiglie. C’è poi un grosso, enorme, problema di sicurezza energetica per gennaio 2023, ma soprattutto per l’inverno 2024. Nell’immediato c’è bisogno dello scostamento di bilancio, quello non voluto da Draghi, per abbattere le bollette, ma bisogna anche assicurare le forniture nel medi periodo, oltre il prossimo inverno. Ci sono problemi di carattere burocratico da superare, sia nell’estrazione nazionale di gas, sia nell’allacciamento alle rete, molto in ritardo, degli impianti di energia alternativa. Bisogna poi superare i blocchi allo sviluppo, almeno in potenzialità, dell’energia nucleare, qualcosa che comunque dovrà essere lasciato al futuro. Lavoro per cinque ministri messi assieme, e non sarebbe abbastanza. Il tutto con una UE che non ci aiuterà, come ha fatto molto ben notare Scholz ieri affondando il tetto sul prezzo, che al massimo ammorbidirà i picchi e dicendo che, per il debito energetico europeo, “se ne potrà parlare”, sine die.
  • PNRR. Visto che questi soldi, comunque debiti o costi, li abbiamo presi (anche se avremmo fatto meglio a fare debito nostro due anni fa.,..) dobbiamo spenderli. Al di là degli “Obiettivi” imposti dell’Europa questi soldi sono in gran parte fermi. Bisogna rivedere molti strumenti di appalto e di gara, oltre che ridiscuterne a livello europeo;
  • Revisione dei vincoli di bilancio europei. Questo è il maggior fallimento di Draghi: assunto quasi per riscrivere, con i partner, queste norme, ora siamo vincolati dagli stessi limiti di deficit e di debito del 1992. Non ha senso, ma non ci si schioda, e c’è ancora tutto da discutere;
  • Sicurezza e flussi migratori. Peggio della Lamorgese, in entrambe i settori, sarà difficile fare;
  • Chiudere il capitolo COVID e migliorare la Sanità. Basta con i green pass, cancelliamo l’era delle multe, torniamo ad occuparci della cura dei cittadini e, perché no, anche della natalità calante.

C’è da fare per cinque governi, invece qui ce n’è solo uno. In bocca al lupo per il futuro, sia per Giorgia Meloni, sia soprattutto per l’Italia.

 


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