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Il vaccino CureVac è un bidone? Allora lo produciamo in Italia. Una notizia incredibile!

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Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato la notizia del fallimento del vaccino mRNA della CureVac, che ha avuto un’efficacia pari a solo il 47%, per cui è un bidone di vaccino. Ci sono state anche delle polemiche in Germania perchè lo stato tedesco aveva investito ben 300 milioni nella società che, nel frattempo, ha praticamente dimezzato il proprio valore.

Può esserci di peggio che investire in un vaccino senza sapere che può fallire o meno? Si, investire quando si sa che è già fallito e questo, se è vero quello che dice il Corriere della Sera, è quello che rischia di fare l’Italia.

Secondo quanto detto dal Corriere:

Il governo è in uno stadio avanzato di discussioni con la tedesca CureVac per l’avvio di uno stabilimento di produzione di vaccini per Covid-19e di un centro di ricerca in Italia. Dopo mesi di contatti, questa settimana si è tenuto un incontro in cui le autorità di Roma e i rappresentanti del gruppo basato a Boston e a Tubinga, nel Baden-Württemberg, hanno affrontato alcuni degli aspetti più rilevanti del progetto. Non sembrano essere emersi ostacoli insormontabili: benché gli ultimi test del vaccino CureVac su un ampio campione di popolazione in Europa e in America Latina non siano andati come sperato, le due parti sembrano determinate a proseguire nel mettere a punto l’investimento.

La capacità produttiva dovrebbe essere di centinaia di milioni di dosi anche per l’esportazione.. L’esportazione di cosa? Di un grande bidone, di un vaccino che non copre neanche al 50%?

Il governo dovrebbe fornire dei prestiti agevolati alla Curevac per aiutare a costituire questa capacità produttiva. Per fare cosa? L situazione è paradossale, ridicola: non sono stati finanziati vaccini nazionali, come quello UniMI VisMederi, ma si va a finanziare un’impresa fallimentare per l’esportazione.

Per carità non siamo i soli, anche il regno unito voleva finanziare CureVac, e perfino la Bayer, dopo il grande successo dell’acquisto di Monsanto, aveva raggiunto accordi con la società di Tubinga. Però evitiamo d’investire in un’impresa sicuramente fallimentare.

 

 

 


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