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Il Turkmenistan sarà il nuovo grande partner energetico della UE in Asia centrale?

Lo scambio di visite fra Turkmenistan e Unione Europea apre la strada a una collaborazione che potrebbe essere proficua nello scambio energetico-tecnologico, ma che incontra dei problemi sul piano dei diritti umani e della tutela dei diritti degli investitori stranieri

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Il ministro degli Esteri turkmeno Rashid Meredov ha recentemente dichiarato che “molti europei passeranno attraverso il Turkmenistan quest’anno”. Questa previsione si basa su una recente visita diplomatica del ministro a Bruxelles e a Roma, dove si sono tenuti incontri con figure chiave dell’Unione Europea. L’obiettivo è stringere la cooperazione bilaterale, soprattutto nel fondamentale settore energetico. Con questi accordi sia la UE sia il Turkmenistan cercano di liberarsi completamente dalla dipendenza dalla Russia.

Sviluppi della partnership tra UE e Turkmenistan

A Bruxelles Meredov ha incontrato importanti rappresentanti delle istituzioni europee, tra cui i vicepresidenti della Commissione Valdis Dombrovskis e Margaritis Schinas, il Commissario europeo per i Partenariati Internazionali Jutta Urpilainen, e Simon Mordue, capo consulente per la politica estera del presidente del Consiglio europeo.

Il risultato di questi incontri è stato la firma, il 18 marzo, di un protocollo all’Accordo di Partenariato e Cooperazione tra Turkmenistan e UE. Si tratta di un passo avanti significativo che pone le basi per un futuro accordo quadro sulla cooperazione energetica, fondamentale per lo sviluppo di forniture di gas naturale a lungo termine.

Tuttavia, l’attenzione è rivolta anche ad altri aspetti come lo sviluppo turkmeno dell’energia a idrogeno, la riduzione delle emissioni di metano e la trasformazione del gas naturale per una più ampia commercializzazione. Aspetti dove la collaborazione con l’expertise europea è ritenuta cruciale dal Turkmenistan.

Prospettive per investimenti e controversie legali

Nel corso di una tavola rotonda sui partenariati tra il settore privato turkmeno e quello dell’UE, Grégory Lecomte, a capo dell’unità per l’Asia Centrale presso l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha sottolineato i passi avanti compiuti dal Turkmenistan nella semplificazione dell’accesso all’informazione inerente il quadro legislativo per gli investimenti esteri. Tuttavia, permane una criticità: il sistema giudiziario. Le aziende straniere hanno infatti limitata tutela in caso di controversie contrattuali nel paese. Una possibile soluzione, emersa dalle raccomandazioni, potrebbe essere quella di uno strumento per la risoluzione alternativa delle controversie sul modello della corte del Centro Finanziario Internazionale di Astana in Kazakistan.

Diritti umani e restrizioni durante il Ramadan

La Commissione degli Stati Uniti per la Libertà Religiosa Internazionale ha denunciato le violazioni dei diritti di libertà religiosa  in Turkmenistan, soprattutto per quelli che “deviano dall’interpretazione preferita dell’Islam da parte dello Stato” durante il mese sacro del Ramadan. Le autorità hanno adottato misure contraddittorie, con costrizioni a bere e mangiare per i ragazzi in alcune aree e imposizioni di digiuno da parte dello Stato in altre. Alla fine il fatto è che l’Islam è fortemente imposto dallo stato, ma solo una certa visione della religione maomettana, quella che vuole il governo. Insomma non ci si gira attorno al problema, e questo potrà essere un problema per l’instaurazione dei rapporti fra UE e Turkmenistan.

Collaborazione logistica e il porto di Turkmenbashi

Durante la visita in Italia, Meredov ha incontrato il vicepremier italiano Matteo Salvini, che detiene anche il portafoglio delle infrastrutture e dei trasporti. Ne è scaturito un memorandum di cooperazione tra il porto di Turkmenbashi e quello di Napoli. Questa intesa si inserisce nel quadro della strategia dell’UE per lo sviluppo del Corridoio Medio, il percorso che collega l’Europa alla Cina attraverso i paesi dell’Asia Centrale. Il porto di Turkmenbashi, per quanto moderno, lavora ancora a capacità ridotta e mira ad aumentare il proprio ruolo nell’ambito di questa rete di interscambio merci. C’è anche il non sottile problema che il porto turkmeno è sul mar Caspio, un mare interno.

Questioni interne: il cotone e il progetto Arkadag

Nonostante la scarsità di risorse idriche, acuita dai progetti di irrigazione afghani sul fiume Amu Darya, il Turkmenistan ha ampliato quest’anno l’area dedicata alla coltivazione del cotone. Ciò indica che l’ultima raccolta non ha raggiunto gli obiettivi sperati. Le difficoltà si ripercuotono sull’industria, con conseguenti licenziamenti e problemi finanziari.

Nel frattempo, l’ex presidente Gurbanguly Berdymukhamedov, Leader Nazionale e co-presidente di fatto, rimane concentrato sul suo progetto urbanistico personale: la nuova città di Arkadag, inaugurata nel 2023 e ancora completamente disabitata.

In conclusione, l’avvicinamento del Turkmenistan all’UE rappresenta un’opportunità per ambasciatori parti. L’Europa può contribuire a modernizzare l’economia del paese, aprendosi a nuove fonti energetiche, mentre il Turkmenistan ambisce a diventare un hub logistico-commerciale strategico. Però bisognerà superare alcuni problemi legati alle libertà personali e religiose, ma siamo sicuri che le autorità europee, se interessate, troveranno un modo per evitare il problema.


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