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Il Regno Unito ha sviluppato un drone segreto a lungo raggio per l’Ucraina,?

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Il recente annuncio del primo ministro britannico Rishi Sunak, secondo cui il suo governo fornirà all’Ucraina “centinaia di nuovi droni d’attacco a lungo raggio”, pur non disponendo di una flotta di velivoli di questo tipo nell’inventario delle forze armate, ha suscitato più di una curiosità tra gli analisti della difesa.

Il 15 maggio Sunak ha dichiarato che i droni hanno un raggio d’azione massimo di 200 chilometri, ma oltre a ciò non è stato reso noto il tipo esatto di sistema o le informazioni sulle sue capacità.

La mancanza di trasparenza sulla questione spicca perché i funzionari politici e della difesa britannici sono stati costantemente aperti sulle attrezzature militari inviate all’Ucraina durante il conflitto con la Russia.

Tra gli oggetti donati dal Regno Unito vi sono carri armati Challenger 2, oltre 10.000 missili anticarro come NLAW, Brimstone e Javelin, armi d’attacco a lungo raggio Storm Shadow, sistemi di razzi a lancio multiplo (MLRS), cannoni semoventi, centinaia di veicoli blindati e sistemi di difesa aerea a corto raggio trasportabili Starstreak (MANPADS).

Per quanto riguarda il misterioso drone “a lungo raggio”, perfino gli esperti non sono sicuri  a cosa si riferisca nello specifico il Ministero della Difesa.

Nell’inventario del Regno Unito non c’è nulla che corrisponda a un drone d’attacco a lungo raggio, quindi ci sono solo due opzioni che potrebbero spiegare questo: un velivolo su cui il governo britannico ha lavorato e che ha reso segreto, oppure qualcosa proveniente da un altro Paese che il Regno Unito finanzierà e fornirà all’Ucraina.

Escludendo i droni di piccole dimensioni e quelli con missioni più strane, il Regno Unito gestisce attualmente i Reaper MQ-9A di General Atomics, che saranno presto sostituiti da una flotta di MQ-9B SkyGuardian, i droni Watchkeeper di Thales e i Banshee di QinetiQ. Ma nessuno di questi è stato acquistato a “centinaia” o è considerato un drone d’attacco e solo il Watchkeeper, prevalentemente un mezzo ISR e che ha subito una serie di incidenti in servizio nel Regno Unito, corrisponde al profilo di portata di 200 chilometri.

Se il drone a lungo raggio in questione è un sistema sviluppato in segreto, non sarebbe il primo a entrare nel conflitto ucraino. In aprile il Pentagono ha ammesso a sorpresa che stava inviando in Ucraina i droni Phoenix Ghost, precedentemente non rivelati. All’epoca erano state rilasciate pochissime informazioni, se non che si trattava di un dispositivo simile alle munizioni a corto raggio e che era stato rapidamente sviluppato in collaborazione con l’aeronautica militare statunitense.

Gli analisti sono convinti che il Paese possieda la capacità industriale di progettare prontamente droni d’attacco, anche se i sistemi stessi non fanno parte delle acquisizioni attuali. Questo è particolarmente vero se i droni sono munizioni da combattimento.

La tecnologia e le capacità produttive necessarie per produrre UAV d’attacco unidirezionali capaci non sono particolarmente critiche.

L’Iran lo ha dimostrato con il suo Shahed-136 e con un’ampia gamma di altri esempi più piccoli come l’Ababil-2 e il Raad 85 . Non dovrebbe quindi sorprendere che il Regno Unito – che è stato in prima linea nel procurare e fornire all’Ucraina capacità urgentemente necessarie che non fanno parte del proprio arsenale – sia in grado di progettare o procurare rapidamente e poi produrre tali UAV in scala per l’Ucraina.
Ogni stato avanzato ha le capacità tecniche, industriali ed economiche per sviluppare un drone d’attacco a lungo raggio. Se mai quello che manca è la volontà politica e talvolta il tempo, e questo potrebbe essere il caso.

Per questioni di rapidità è molto probabile che il Regno Unito abbia acquistato un UAV già pronto, facilmente reperibile in quello che è un mercato in espansione. Vi sono diversi modelli in sviluppo o costruzione che potrebbero essere facilmente acquisiti e alcuni di questi già sono in produzione di serie. Se mai il problema è in cosa si definisca come lungo raggio e se questo venga a influenzare la reazione russa.

 

 

 

 

 


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