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Il Regno Unito dà il via allo sfruttamento di nuovi giacimenti petrolio e gas nel Mare del Nord, nonostante la transizione green

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Le autorità di regolamentazione del Regno Unito hanno approvato mercoledì il piano di sviluppo per il progetto di petrolio e gas Rosebank nel Mare del Nord, aprendo la strada all’operatore Equinor per procedere con un investimento di 3,8 miliardi di dollari nel campo, che ha suscitato polemiche in Gran Bretagna tra i dibattiti sulla necessità di nuovi progetti nel settore del petrolio e del gas.

Mercoledì la North Sea Transition Authority (NSTA) ha concesso il consenso allo sviluppo e alla produzione del giacimento di Rosebank a nord-ovest delle Shetland, la più grande risorsa non sfruttata scoperta sulla piattaforma continentale del Regno Unito.


“Oggi abbiamo approvato il piano di sviluppo del campo di Rosebank che consente ai proprietari di procedere con il loro progetto”, ha detto in una nota un portavoce della NSTA. “Il periodo di servizio di volo viene assegnato in conformità con le nostre linee guida pubblicate e tenendo conto delle considerazioni sullo zero netto durante tutto il ciclo di vita del progetto.”

L’approvazione per Rosebank è stata ritardata a causa delle preoccupazioni sulla possibilità che il piano di sviluppo soddisfi i requisiti di elettrificazione per emissioni nette pari a zero. Questi requisiti fanno parte del cosiddetto North Sea Transition Deal, un accordo tra il governo del Regno Unito e l’industria offshore per ridurre il più possibile le emissioni derivanti dallo sviluppo e dalla produzione di petrolio e gas.

A seguito del consenso allo sviluppo da parte dell’autorità di regolamentazione oggi, Equinor e il suo partner Ithaca Energy hanno preso la decisione finale di investimento per portare avanti la Fase 1 di Rosebank, investendo 3,8 miliardi di dollari, ha affermato la major norvegese.

Le risorse totali recuperabili nel giacimento di Rosebank sono stimate a circa 300 milioni di barili di petrolio, con la Fase 1 che mira a circa 245 milioni di barili di petrolio. 
Equinor prevede di sviluppare il giacimento con pozzi sottomarini legati a una nave galleggiante di stoccaggio e scarico della produzione (FPSO) ridistribuita, con avvio previsto nel 2026-2027. Il petrolio sarà trasportato alle raffinerie tramite navette cisterna, mentre il gas sarà esportato attraverso il sistema di condutture West of Shetland verso la Scozia continentale.

Attualmente, Equinor fornisce il 29% del gas del Regno Unito e il 15% del petrolio del Regno Unito, ha affermato la società.

Ovviamente l’approvazione del progetto è stata criticata da Greenpeace UK, che ha definito lo sviluppo di Rosebank “un disastro per il clima e per le bollette energetiche delle persone”. Nello stesso tempo però queste risorse garantiscono petrolio e gas, cioè stabilità energetica, al Regno Unito, rendendolo indipendente da eventuali crisi energetiche come quelle del 2021-22

 


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