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Il “Pacco” di aiuti fiscali tedesco sul gas: ovvero come salvare le proprie aziende mandando a fondo quelle altrui e barando sul debito

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Come sapete la Germania ha deciso di cancellare la tassa sul gas prevista per salvare le aziende energetiche (34 miliardi) e ha varato invece un pacchetto, anzi un pacco, di aiuti a famiglie e aziende per 200 miliardi che prevede un “Tetto” al prezzo del gas interno.

Il ministro delle finanze tedesco Lindner ha giustificato la mossa dicendo “Chi può, può, e chi non può si arrangi”. Loro hanno lo spazio fiscale e lo sfruttano. Però lo fanno “Alla tedesca”, cioè barando sul debito e mettendo in crisi gli altri player.

La Germania si è impegnata a reintrodurre il tetto sul debito del 2023, come parte dei patti di governo. Come finanziare quindi questo pacchetto ora? Semplice: emettendo debito, anticipatamente, nel 2022 e quindi approfittando del fatto che ora il tetto è sospeso.  La solita furbata che permetterà a Berlino di presentarsi ancora come campione dell’austerità, pur facendo 200 miliardi di debito in più.

Per quanto riguarda gli effetti di un tetto al prezzo del gas quando gli altri paesi non possono, o non vogliono, applicarlo è Bruegel, think tank super europeista, a spiegarcene gli effetti:

In conclusione, il pacchetto invia sicuramente un segnale sbagliato: La Germania usa il suo potere fiscale in un modo che potrebbe danneggiare altri Paesi europei. Ma non si tratta di una spesa immediata di 200 miliardi di euro per proteggere le famiglie e le imprese tedesche dall’aumento dei prezzi dell’energia. Piuttosto è stato creato un bazooka in risposta a una stranezza tedesca: la decisione di sospendere di fatto i nuovi prestiti netti l’anno prossimo. A seconda di come viene concepito il freno al gas, il consumo di gas in Germania potrebbe non aumentare, ma addirittura diminuire.

Il rischio principale è che il pacchetto di misure perturbi la parità di condizioni a livello europeo. In assenza di una risposta fiscale comune, i governi con maggiore spazio fiscale riescono inevitabilmente a gestire meglio le crisi. Se ciò avviene in modo da avere ricadute positive sugli altri Paesi dell’UE, può essere accettabile. Ma se il freno al prezzo del gas tedesco offre alle imprese tedesche maggiori possibilità di sopravvivere alla crisi rispetto, ad esempio, alle imprese italiane, le divergenze economiche nell’UE potrebbero essere approfondite e l’unità europea sulla Russia minata.

Se le aziende tedesche, soprattutto dei settori energivori, godranno di un prezzo calmierato, di favore, rispetto a quelle italiane o austriache o belghe, allora avremo che le condizioni del mercato unico saranno rotte, e un paese concederà, oggettivamente, un consistente aiuto di stato alle aziende del proprio paese. Una violazione delle norme e della logica europea, ma dato che lo farà la Germania, nessuno avrà da ridire.

 


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