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Il Niger dei militari inizierà le sue prime esportazioni di petrolio a gennaio 2024. Intanto la Russia sostituisce la UE

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Il Niger punta a cominciare ad esportare il suo primo petrolio greggio a gennaio, ha detto alla televisione di stato il leader militare del Paese africano, Abdourahamane Tiani.

La fase commerciale delle esportazioni dovrebbe iniziare a gennaio dal porto di Cotonou, nel Benin, ha confermato Tiani, citato da Reuters.

Il generale Abdourahamane Tiani, comandante della guardia presidenziale del Niger, è stato nominato capo dello Stato alla fine di luglio da un consiglio direttivo istituito dalle forze militari che hanno deposto il presidente del Niger Mohammed Bazoum. Un gruppo di comandanti militari rovesciò il governo del Niger e l’esercito del paese dichiarò il proprio sostegno al colpo di stato.

Il paese dell’Africa occidentale è un’ex colonia francese e un importante fornitore di uranio per le centrali nucleari francesi e di altri paesi europei. Dopo il colpo di stato, c’è stata qualche preoccupazione per le consegne di uranio all’UE ma, secondo Euratom, non ci sarebbe stato alcun rischio immediato per la fornitura anche se il Niger avesse fermato le esportazioni della merce, riferiva all’epoca la Reuters.

Il Niger ora cerca di esportare i suoi primi barili di petrolio greggio attraverso un nuovo progetto di oleodotto. L’oleodotto è stato inaugurato all’inizio di novembre e collega il giacimento petrolifero di Agadem in Niger al porto di Cotonou in Benin.

Attualmente, i serbatoi di stoccaggio a Cotonou sono in fase di riempimento e il riempimento dovrebbe essere completato entro gennaio, secondo il leader militare del Niger. Successivamente dovrebbe iniziare la fase di commercializzazione, ha aggiunto Tiani.

Il Niger vuole concentrarsi sulla raffinazione del greggio a livello nazionale per il mercato locale, ha affermato il leader.
“Il nostro desiderio non è commercializzare il petrolio greggio. Vogliamo andare verso una raffineria che trasformerà il greggio nigerino sul suolo nigerino”, ha detto Tiani alla Reuters.

Attualmente il Niger dispone di una piccola raffineria con una capacità di 20.000 barili al giorno (bpd), la cui produzione rifornisce prevalentemente il mercato interno.

Rottura dei rapporti con la UE, sostuita dalla Russia

Nel frattempo la giunta del Niger ha cancellato l’accordo di sicurezza che aveca con la UE per la lotta con la violenza e l’estremismo nel Sahel e ha cacciato tutte le presenze europee. L’intenzione è dirivolgersi a forze, anche mercernarie, russe per il mantenimento della sicurezza. Ecco quindi la necessità di avere maggiori risorse esportando il petrolio, e quanto più possibile.

 


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