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IL cammino del dollaro in una immagine, dalla crescita alla “Forse dedollarizzazione”

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Il dollaro statunitense ha dominato il commercio globale e i flussi di capitale per molti decenni.

Ora, come spiega Bruno Venditti di Visual Capitalist, molte nazioni stanno cercando alternative al biglietto verde per ridurre la loro dipendenza dagli Stati Uniti.
Questo grafico illustra l’ascesa del dollaro statunitense come valuta di riserva internazionale dominante e i recenti sforzi di varie nazioni per de-dollarizzarsi e ridurre la loro dipendenza dal sistema finanziario statunitense. Eccovi la storia del dominio del dollaro e di come questa tendenza stia invertendosi, forse:

Gli Stati Uniti sono diventati, quasi da un giorno all’altro, la principale potenza finanziaria dopo la Prima Guerra Mondiale. Il Paese è entrato in guerra solo nel 1917 e ne è uscito molto più forte delle sue controparti europee. Di conseguenza, il dollaro iniziò a sostituire la sterlina come valuta di riserva internazionale e gli Stati Uniti divennero anche un importante destinatario degli afflussi d’oro del periodo bellico.

Il dollaro acquisì poi un ruolo più importante nel 1944, quando 44 Paesi firmarono l’Accordo di Bretton Woods, creando un regime di cambio internazionale collettivo ancorato al dollaro statunitense, a sua volta agganciato al prezzo dell’oro.

Alla fine degli anni ’60, le esportazioni europee e giapponesi divennero più competitive rispetto a quelle statunitensi. L’ampia disponibilità di dollari nel mondo rendeva difficile il loro rimborso con l’oro. Nel 1971 il presidente Nixon cessò la convertibilità diretta dei dollari americani in oro. Ciò pose fine sia al gold standard sia al limite della quantità di valuta che poteva essere stampata. Sebbene sia rimasto la valuta di riserva internazionale, da allora il dollaro americano ha perso sempre più potere d’acquisto.

I passi di Russia e Cina verso la de-dollarizzazione
Preoccupati dal dominio americano sul sistema finanziario globale e dalla capacità del Paese di “armarlo”, altri Paesi hanno sperimentato alternative per ridurre l’egemonia del dollaro.
Mentre gli Stati Uniti e altre nazioni occidentali hanno imposto sanzioni economiche contro la Russia in risposta alla sua invasione dell’Ucraina, Mosca e il governo cinese si sono alleati per ridurre la dipendenza dal dollaro e stabilire una cooperazione tra i loro sistemi finanziari.

Dall’invasione del 2022, il commercio tra rublo e yuan è aumentato di ottanta volte. Secondo l’agenzia di stampa russa Vedmosti, la Russia e l’Iran stanno collaborando per lanciare una criptovaluta sostenuta dall’oro. Inoltre, le banche centrali (in particolare quella russa e quella cinese) hanno acquistato oro al ritmo più veloce dal 1967, in quanto i Paesi stanno cercando di diversificare le proprie riserve dal dollaro.

Come altri Paesi stanno riducendo la dipendenza dal dollaro
La de-dollarizzazione è un tema presente anche in altre parti del mondo:

  • Negli ultimi mesi, Brasile e Argentina hanno discusso la creazione di una moneta comune per le due maggiori economie del Sud America.
  • In una conferenza tenutasi a Singapore a gennaio, diversi ex funzionari del Sud-est asiatico hanno parlato degli sforzi di de-dollarizzazione in corso.
  • Secondo la Reuters, gli Emirati Arabi Uniti e l’India sono in trattative per utilizzare le rupie per il commercio di materie prime non petrolifere, allontanandosi dal dollaro.
  • Per la prima volta in 48 anni, l’Arabia Saudita ha dichiarato che la nazione ricca di petrolio è aperta al commercio in valute diverse dal dollaro.

Nonostante questi movimenti, pochi si aspettano di vedere presto la fine dello status di sovrano globale del dollaro. Attualmente, le banche centrali detengono ancora circa il 60% delle loro riserve valutarie in dollari.


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  1. Pingback: La decadenza del dollaro è iniziata con le sanzioni alla Russia ?

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