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I Talebani assediano tre città in Afganistan. Vogliono chiudere la partita

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Un corrispondente di Al Jazeera di domenica ha citato combattimenti “Estremamente tesi” intorno a tre grandi città – Lashkar Gah, Kandahar e Herat – che potrebbero cadere nelle mani dei talebani  in breve tempo per una pressione militare fortissima.

“I talebani hanno conquistato un’enorme quantità di territorio rurale nell’ultimo mese e ora stanno mettendo sotto pressione le città, per poi riportare quella leva al tavolo dei negoziati”, ha riferito Charlotte Bellis da Kabul.

Anche domenica un importante aeroporto nel sud dell’Afghanistan è stato attaccato dai talebani. Tutti i voli in partenza dalla seconda città più grande del Paese, Kandahar, sono stati interrotti dopo che numerosi razzi lanciati dai talebani hanno colpito l’aeroporto internazionale nelle prime ore del mattino.

La pista è stata danneggiata nell’attacco, utilizzata per i viaggi aerei civili, ma non sono state segnalate vittime. I talebani si sono assunti la responsabilità dell’assalto, cercando di giustificare che considerano l’aeroporto un legittimo obiettivo militare.

“L’aeroporto di Kandahar è stato preso di mira da noi perché il nemico lo stava usando come centro per condurre attacchi aerei contro di noi”, ha detto a Reuters un portavoce dei talebani.

E inoltre Al Jazeera osserva che “La struttura è vitale per fornire il supporto logistico e aereo necessario per impedire ai talebani di invadere la città, fornendo allo stesso tempo copertura aerea per ampi tratti dell’Afghanistan meridionale”.

“Dopo aver conquistato vasti tratti di territorio rurale e conquistato i principali valichi di frontiera, i talebani hanno iniziato ad assediare le capitali di provincia”, continua il rapporto durante il ritiro delle truppe statunitensi.

È ormai ampiamente confermato che i talebani controllano effettivamente la maggior parte di tutte le principali aree di confine e valichi in tutto il paese. Le truppe nazionali afgane precedentemente sconfitte in diverse aree sono fuggite oltre i confini, in particolare in Tagikistan, dove le forze nazionali tagike hanno inviato migliaia di riservisti per proteggere il confine da una invasione di disertori.

Herat era la sede del contingente italiano che dovrebbe ancora sgomberare una ventina d’interpreti e collaboratori che, in caso in talebani entrassero in città, verrebbero immediatamente eliminati. Il nostro governo aveva garantito l’asilo, ma le solite questioni burocratiche rischiano di fare delle vittime. C’è da chiedersi perché non li abbiano caricati su un barcone per Lampendusa..

 


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