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I russi iniziano a evacuare ambasciate e consolati in Ucraina. Un segno non buono…

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Ora leggete la notizia e leggete chi, e come la riporta, e capirete meglio. Il sito RT, vicino alle fonti ufficiali russe, riporta la notizia che le famiglie dei diplomatici in servizio all’ambasciata russa di Kiev e nei consolati di Kharkov e Odessa stanno lasciando l’Ucraina per tornare in Russia. Ufficialmente Mosca afferma che le sedi diplomatiche sono aperte e che nulla è mutato nella loro operatività, ma, nello stesso tempo, non ha negato il rimpatrio del personale.

Nello stesso tempo il sito russo cita fonti occidentali, nello specifico il New York Times, per dare una notizia che riguarda la Russia stessa. Un giro molto strano che mostra quanto sia contorta la diplomazia in questa fase:  la Russia non vuol fare ufficialmente una mossa dura e di rottura come il ritiro della missione diplomatica, passo che solitamente precede azioni belliche, ma, nello stesso tempo, vuol far capire che ci sta pensando. “Tu sai che io lo sto facendo, ma ufficialmente lo nego”.

Un modo sottile per comunicare alla NATO che il punto di rottura si sta avvicinando ogni secondo di più, senza fare però mosse ufficiali che potrebbe essere travisate, cosa pericolosa, o iniziare una pericolosa escalation. Già abbiamo un mezzo ultimatum, con la richiesta scritta della Russia di avere delle garanzie sulla propria sicurezza, non pare necessario aggiungerne troppa.

In questi giorni il ministro degli esteri tedesco Annalena Baerbock è a Mosca, ma forse è la persona meno indicata per trattare con Putin: rigida ideologicamente, ma proveniente da un governo infiltrato di socialdemocratici filo russi. Ci vorrebbe qualcuno di cui Putin si fidi personalmente e che non abbia secondi fini economici e personali, ma sappia condurre bene una trattativa. Dovremmo mandare il Cav…

 


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