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I buchi neri possono ruotare: scoperta di team scientifico cinese apre la strada a nuove teorie scientifiche

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Una grande scoperta scientifica è stata compiuta da un team sceintifico cinese, in collaborazione con scienziati anche statunitensi e italiani, che rivela un aspetto sinora inosservato dei buchi neri. Questi enromei e super densi oggetti celesti possono ruotare su se stessi, hanno quello che gli scienziati chiamano “Spin”.

Il team di ricerca guidato da Cui Yuzhu, una ricercatrice cinese, che ha trovato la prima evidenza decisiva di un buco nero che ruota, illuminando gli oggetti più misteriosi e distruttivi del nostro universo.

Un buco nero è un oggetto celeste che ha una massa così grande e una densità così alta che nemmeno la luce può sfuggire alla sua attrazione gravitazionale. I buchi neri si formano quando le stelle molto massicce collassano alla fine della loro vita, oppure quando due stelle di neutroni o due buchi neri si fondono.

I buchi neri sono invisibili, ma possiamo osservare gli effetti che hanno sulla materia e sulla radiazione vicine. Ad esempio, se un buco nero si trova vicino a una stella normale, può strapparne parte del gas e formare un disco di accrescimento intorno a sé. Il gas nel disco si riscalda e emette raggi X, che possono essere rilevati da telescopi spaziali.

Un altro modo per studiare i buchi neri è attraverso le onde gravitazionali, che sono onde nello spazio-tempo prodotte da eventi violenti come le fusioni di buchi neri. Il fatto che siano oggetti così sfuggenti e che non emettano radiazioni o materia direttamente ha reso il loro studio molto complesso, almeno sinora, ma questo gruppo di scienziati ha superato i limiti sinora presenti.

Il team ha usato una rete globale di telescopi radio per analizzare oltre 20 anni di dati di osservazione, e ha scoperto che un gigantesco buco nero nella Galassia M87 emetteva getti di particelle che oscillavano come una trottola. Questo ha permesso di accertare laa presenza di uno spin, di una rotazione, anche se talmente lenta da Il ciclo di rotazione osservato aveva la lunghezza di  circa 11 anni.

Il team ha spiegato che l’oscillazione dei getti era causata dal fatto che l’asse di rotazione del buco nero non era perfettamente allineato con quello del suo anello di gas e polvere, e che questo disallineamento trascinava lo spazio-tempo e provocava l’oscillazione dei getti, un fenomeno previsto dalla teoria della relatività generale di Albert Einstein e che può essere comparata all’oscillazione di una trottola quando ruota su se stessa.

Questa la prima prova osservativa della rotazione di un buco nero, e che potrebbe aiutare gli scienziati a capire meglio la formazione dei buchi neri supermassivi, una questione ancora irrisolta nel campo della fisica. Tuttavia, sono necessari ulteriori dati di osservazione in diverse lunghezze d’onda per confermare e approfondire questa scoperta. Inoltre bisogna analizzarne le ricadute, soprattutto a livello di “Orizzonte degli eventi”, cioè di limite esterno del buco nero all’interno del quale qualsiasi oggetto o radiazione viene assorbita dal buco nero stesso: la rotazione può generare un’area nella quale gli oggetti non vengono assorbiti , ma ricevono un’accelerazione come una sorta di super fionda gravitazionale, già utilizzata per il viaggio spaziale delle sonde esplorative?

C’è ancora tanto da sapere delle meraviglie dell’universo.

 

 


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