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Manifattura: e se la Russia battesse facilmente la UE mostrando più vitalità?

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La Russia sta iniziando a battere, almeno negli indici previsionali, la UE dal punto di vista della manifattura. Gli imprenditori industriali della federazione stanno diventando molto più ottimisti rispetto a quelli della UE, e questo dovrebbe farci porre alcune domande. 

L’S&P Global Russia Manufacturing PMI è aumentato a 54,5 a settembre 2023 da 52,7 del mese precedente, indicando il ritmo più veloce del settore da gennaio 2017, poiché la produzione è cresciuta più rapidamente mentre i nuovi ordini sono aumentati maggiormente da gennaio 2017.

L’espansione è stata in gran parte guidata dalla domanda interna poiché gli ordini dei clienti esteri sono aumentati solo marginalmente, in un contesto economico difficile nei mercati chiave. L’attività di acquisto è aumentata ai massimi storici tra gli sforzi per ricostituire le scorte esaurite mentre i tempi di consegna hanno continuato ad allungarsi.

Nel frattempo, la creazione di posti di lavoro è aumentata al livello più alto dal novembre 2000, mentre il lavoro arretrato è diminuito per il nono mese consecutivo, con il lavoro incompiuto in calo al ritmo più debole da marzo. Sul fronte dei prezzi, l’inflazione dei costi di acquisto ha registrato un’accelerazione ai livelli più rapidi da marzo 2022, in un contesto sfavorevole per il rublo e per l’incrementato aumento di forza lavoro. Nel frattempo, i prezzi di vendita sono aumentati al ritmo più rapido dall’aprile 2022. ecco il grafico che mostra l’andamento dell’indicatore a cinque anni.

Le cose vanno diversamente nella UE, anche prendendo i dati, rivelati oggi, di un paese apparentemente forte, come i Paesi Bassi. Il PMI manifatturiero olandese Nevi è sceso a 43,6 a settembre 2023 da 45,9 di agosto, segnando la contrazione più marcata da maggio 2020, poiché le deboli condizioni della domanda hanno pesato pesantemente sulla produzione e sui nuovi ordini.

La produzione è scesa al livello più elevato degli ultimi quattro mesi, mentre i nuovi ordini sono scesi al minimo su tre mesi e gli ordini di esportazione hanno continuato a diminuire drasticamente. Di conseguenza, le aziende sono state indotte a ridurre significativamente la loro attività di acquisto, con un ritmo di declino che è stato il più rapido degli ultimi tre anni.

Inoltre, l’occupazione è diminuita per il quarto mese consecutivo e al tasso più forte da luglio 2020. Sul fronte dei prezzi, i costi dei fattori produttivi sono scesi a un ritmo senza precedenti, legato a un forte calo dei costi operativi a causa del calo dei prezzi dell’energia e delle materie prime.

I produttori si aspettano miglioramenti per il futuro a causa del calo dei prezzi dei fattori produttivi, ma quesot indica un ambiente più competitivo con minori margini. Ecco il grafico relativo a cinque anni.

L’andamento dell’indice dei Paesi Bassi non è dissimile da quello tedesco, leader industriale europeo. Sarà la guerrà , sarà la politia espansiva, ma la produzione industriale russa è in crescita, molto più di quanto accada nella UE, dove il pessimismo regna. Epprue le politiche economiche e industriali europee non cambiano, nell’illusione che la strada precedente, fatta di costrizioni, mancati investimenti e burocrazia para-sovietica, possa funzionare. No, il mondo pare vada diversamente, perfino in Russia.

Quindi siamo al paradosso che la sanzionante UE sta pagando di più della sanzionata Russia.


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