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GUERRA IN VISTA FRA AL-SISI ED ERDOGAN. Libia la posta in gioco..
Durante una visita ad una base militare nell’ovest del paese Abdel-Fattah Al-Sisi ha affermato che esiste un limite che il governo di Tripoli non può superare nella sua avanzata in Libia, cioè la linea Sirte-Jufra. Se Al Sarrj e le milizie del GNA (Governo di accordo nazionale) supereranno quella linea allora Al Sisi ha fatto intendere che ci sarà un intervento militare diretto dell’Egitto al fianco del Generale Haftar e del Governo Nazionale Libico (LNA).
Dato l’accordo diretto fra il governo Sarraj ed Erdogan, anzi la dipendenza quasi totale di quest’ultimo dagli aiuti turchi, il superamento di questa linea significherebbe una guerra praticamente dichiarata fra Il Cario ed Ankara. In questo modo è stato colto il messaggio da parte del governo turco che così attivamente si è impegnato in Libia con l’invio di uomini, soprattutto miliziani siriani e mezzi, compresi carri armati.
Le milizie del GNA potrebbero fermarsi, ma allora non si spiegherebbe la nave carica di carri armati M60 (provenienza NATO….) sbarcati a Misurata per armare la milizia più fedele a Tripoli. Storicamente il conflitto Egitto-Turchia è un classico degli ultimi 200 anni, anche se le sue radici affondano perfino all’epoca dei faraoni, ma nel quadrante libico il vantaggio è nelle mani di Al-Sisi e di Haftar, soprattutto per motivi geografici e logistici: il presidente Egiziano può mandare una brigata corazzata facendole passare il confine, mentre Ankara deve mandare gli aiuti per mare e dipendere dalla benevolenza, o dalla debolezza, delle forze internazionali che dovrebbe controllare l’embargo alle armi.
Sappiamo degli scontri con la Francia, ma se intervenissero Italia e USA il blocco diventerebbe impenetrabile ed addio carri armati turchi in Africa. Dal punto di vista militare Egitto e Turchia, più o meno, si equivalgono, con una superiorità di Erdogan solo se può contare sul supporto logistico ed informativo della Nato. Ecco spiegato un riavvicinamento di Ankara con l’Alleanza, ma i punti di distacco sono ancora troppi, come per esempio la situazione delle acque territoriali Greche e Cipriote. Nello stesso tempo Israele è più vicina alle posizioni egiziane.
Nei prossimi giorni o settimane vedremo se si tratta solo di un ruggito o se veramente siamo sull’orlo della guerra fra due superpotenze mediorientali. Se sarà guerra questa ridefinirà gli equilibri in Medio Oriente e Nord Africa. Nel frattempo Di Maio resta a guardare…
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