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“Grano per Rubli”: parte la nuova campagna di guerra finanziaria russa contro il Dollaro

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La Russia ha deciso di ampliare l’elenco delle merci per le quali richiede il pagamento in rubli, includendo ora anche le esportazioni di cereali, come riportato da un sito web governativo.

Così ora grano, olio di girasole e farina estratta sono i prossimi a seguire la decisione di marzo di far pagare i clienti dei Paesi “ostili” – compresi i principali clienti europei – in rubli per il gas naturale invece che in dollari ed euro.

Oltre a questa mossa, recentemente il ministro dell’Agricoltura Dmitry Patrushev ha annunciato che i prodotti agricoli russi saranno destinati solo ai “Paesi amici” e in base a “chi ne ha più bisogno” – una dichiarazione estremamente significativa che sicuramente continuerà a seminare incertezza e caos per l’approvvigionamento alimentare globale.

La Russia e l’Ucraina rappresentano il 14% della produzione mondiale di grano e si collocano rispettivamente al 1° e al 5° posto. Entrambi i Paesi sono importanti esportatori e forniscono quasi il 30% delle esportazioni globali di grano. Anche l’UE, gli Stati Uniti e il Canada sono grandi produttori ed esportatori di grano. La Cina e l’India sono importanti produttori di grano, ma sono importatori netti e forniscono quote relativamente ridotte delle esportazioni globali di grano. Altri Paesi con quote di esportazione di grano piuttosto elevate sono Australia (8,4%), Argentina (6,6%), Kazakistan (4,1%) e Turchia (3,4%).

I media statali russi hanno dettagliato ulteriormente il nuovo decreto pubblicato su un portale di leggi governative: “Prevede anche una proroga di un anno dei dazi da pagare nella valuta nazionale per quanto riguarda l’olio di girasole e la farina di girasole esportati fino al 31 agosto 2023”.

E ancora: “Nell’ambito del nuovo meccanismo di pagamento, il prezzo base per il calcolo del dazio all’esportazione del grano sarà di 15.000 rubli (oltre 267 dollari) per tonnellata”. Non poco per molti paesi poveri, sono 0,267 dollari al kg

Mentre la Russia ha incolpato le sanzioni occidentali che mirano a punire e isolare l’economia russa per aver colpito l’approvvigionamento alimentare mondiale, e in particolare i Paesi del Medio Oriente e dell’Africa che già dipendono pesantemente dalle esportazioni di grano dell’Ucraina e della Russia, i Paesi del G7 giorni fa, durante il loro vertice in Germania, hanno rimproverato Mosca in una dichiarazione per quello che hanno definito “un attacco geopolitico alla sicurezza alimentare globale”. Per rintuzzare questo attacco basterebbe fornire più grano…..

Come vediamo dal grafico soprastanti vi sono paesi che dipendono completamente o quasi dalle esportazioni di grano dalla Russia e dall’Ucraina. In questo caso ilo sistema “Merci per rubli” non colpirà i paesi europei, ma ha come obiettivo quello di obbligare più paesi, ora dipendenti dalla Russia per le forniture alimentari, a diventare “Rublo-centriche”,  o ad abbandonare il dollaro.

Da questa crisi comunque la Russia sta guadagnando una cifra incredibile per l’aumento dei costi delle materie prime. Inoltre sta progressivamente rafforzando il dollaro. La risposta dei paesi occidentali dovrebbe avvenire sotto forma di spinta ulteriore alla produzione agricola per sostituire quella russa, ma richiederebbe un’elasticità mentale e ideologica che difficilmente si può vedere.

 


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