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Grafico del giorno: il rapporto debito/PIL e quello external debt/PIL dei PIIGS del “core” e del Regno Unito

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Il rapporto debito/PIL è stato uno dei parametri economici più utilizzati per evidenziare il cattivo stato dell’economia italiana. Tutti si sono concentrati su questo indicatore/parametro che riguarda principalmente il debito pubblico, ma si è spesso, se non sempre, trascurato, per esempio, di parlare di un altro indicatore che dovrebbe essere pure tenuto in considerazione: il rapporto external debt/PIL. Sappiamo ormai tutti che il rapporto debito/PIL mette in relazione una variabile di stock, il debito e più precisamente, lo stock di debito esistente in un determinato momento, ed una variabile di flusso, il PIL; cioè il prodotto interno lordo di un paese in un anno. Invece l’external debt è definito, dalla fonte da cui “attingiamo” i dati, cioè lo US Debt Clock nella parte del World Debt, come il debito pubblico e privato totale detenuto dai non residenti ripagabile in valuta estera, beni o servizi, in rapporto al PIL. Quindi vi rientra il debito pubblico detenuto da creditori non residenti ed anche quello privato. E, visto che si vuol parlare di debito e far “pesare” quello pubblico, sarebbe forse meglio valutare anche quello privato invece che solamente, appunto, quello pubblico; per la semplice considerazione che un debito, anche se privato, resta pur sempre un debito e, in questo caso – diciamo – rappresenta una esposizione sull’estero. Vediamo quindi il rapporto debito/PIL ed external debt/PIL dei PIIGS, del “core” (Francia e Germania) e del Regno Unito.

External debt PIL paint
Notiamo che riferendosi unicamente al rapporto debito/PIL (debito pubblico) i PIIGS sono tutti oltre il 100%, mentre Germania, Francia e Regno Unito, sono sotto tale soglia. Ma se consideriamo invece il rapporto external debt/PIL vediamo che le cose stanno in termini molto differenti. Innanzitutto dobbiamo sottolineare che per l’Italia il debito pubblico detenuto da creditori esteri è meno di un terzo del debito pubblico complessivo, mentre per quello che riguarda la somma del debito pubblico e privato detenuto da creditori esteri siamo al 165% del PIL: la percentuale più bassa tra i paesi presi in considerazione. Guardate l’Irlanda che secondo molti ha agganciato la ripresa, ha un rapporto debito/PIL del 131% ed un rapporto external debt/PIL del 1057%! E che dire dell’external debt/PIL del Regno Unito al 457% – quasi tre volte quello italiano – oppure di quello della Francia al 253% o di quello della Germania al 211%?! Tutti ampiamente superiori a quello dell’Italia. Pertanto, se potrebbe essere vero che l’Italia possa avere dei problemi con i creditori esteri, sarebbe anche logico valutare che i creditori esteri potrebbero essere più inclini a considerare in termini positivi un rapporto external debt/PIL più basso rispetto ad uno più alto, proprio come si “vorrebbe” fare per il rapporto debito/PIL; salvo che, al contrario, si voglia far passare l’idea che ci sia un debito cattivo, il debito pubblico, ed un debito buono, il debito privato. Idea che sarebbe alquanto stravagante visto che in generale comunque il debito (pubblico o privato) di qualcuno é sempre il credito di qualcun altro e quindi non cambia molto; e che, come già detto, indipendentemente dal fatto di essere pubblico o privato, è innanzitutto un debito. Inoltre, non si capisce perché non dovrebbe rilevare il debito privato detenuto all’estero che è la testimonianza di una maggiore o minore esposizione debitoria delle famiglie e delle imprese sull’estero; ed anche, generalmente, di un maggiore o minore risparmio. E ancora, se si vuole ritenere “determinante” il debito estero, cioè il debito pubblico detenuto all’estero, perché il debito privato detenuto all’estero non dovrebbe avere lo stesso peso o essere, almeno, preso semplicemente in considerazione?! Invece quello per cui si è sempre e solo avuto riguardo era il parametro che penalizzava la periferia e l’Italia, mentre promuoveva il “core” quando, invece, l’esposizione debitoria pubblica e privata sommata, verso creditori esteri, nel “core” stesso, nel Regno Unito e nel resto dei PIIGS, era di molto superiore a quella dell’Italia. Da ultimo, per chiudere, sembra abbastanza palese e fuor di dubbio che se guardiamo al rapporto external debt/PIL, cioè alla quantità di debito pubblico e privato detenuto da creditori non residenti e ripagabile in moneta estera, beni e servizi, i virtuosi, nel gruppo di paesi presi in considerazione, siamo noi.

Luca Pezzotta di Economia Per I Cittadini


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