Seguici su

Attualità

Grachio blu: un disastro altamente ricercato (e ben pagato) in Corea

Pubblicato

il

Pare che sia vero che ciò che è spazzatura per qualcuno è un tesoro per qualcun altro. Il disastro dell’invasione del Granchio Blu nelle lagune venete e del delta del Po’ rischia di ddanneggiare gravemente la pesca della zona, ma, nello stesso tempo, c’è già chi sta guardando a questo fenomeno disastroso come un tesoro. Come riporta il Korean Herald l’infestazione di crostacei italiani sta alimentando l’eccitazione culinaria in Corea, con un importatore di prodotti ittici locale che si rivolge all’Italia per possibili importazioni.

Negli ultimi anni la costa adriatica settentrionale italiana ha avuto a che fare con una specie di granchio invasiva chiamata granchio blu dell’Atlantico, che ha devastato l’ecosistema del paese e causato danni per decine, se non centinaia, di milioni di eurro.

Introdotto per la prima volta attraverso le sentine delle navi straniere diversi anni fa, il granchio blu dell’Atlantico ha trovato un ambiente ospitale nelle acque del Mediterraneo riscaldate dai cambiamenti climatici.

Lo sgradito outsider ha presto divorato il 90% delle vongole italiane, causando una perdita di circa 100 milioni di euro (142 miliardi di won), secondo Fedagripesca-Confcooperative, un’associazione di pescatori italiani.

Il problema dell’Italia ha acceso un’ondata di entusiasmo in Corea del Sud, dove il granchio crudo marinato – chiamato gejang in coreano – è una prelibatezza.

Gli appassionati pescivendoli coreani, intuendo una miniera d’oro culinaria, sono subito entrati in azione. Secondo i notiziari coreani, un importatore di prodotti ittici di Incheon di cognome Lee ha già contattato la Camera di commercio italiana per chiedere informazioni sull’importazione del granchio blu.

Sono in corso trattative avanzate e Lee prevede che i granchi raggiungeranno la Corea entro l’anno.

Allo stato attuale, secondo i dati della Korea Fishery Trade Association, il 97% dei granchi importati in Corea proviene dalla Cina, mentre il restante 3% dal Pakistan e dalla Tunisia.

Anche se non è chiaro quanto costerebbero i granchi blu italiani, gli esperti ipotizzano che il prezzo sarebbe simile a quello dei granchi pakistani e tunisini – circa 6,50 dollari al chilogrammo, rendendoli potenzialmente un sostituto economicamente vantaggioso dei granchi blu nazionali di prima qualità.

Resta la domanda cruciale: il gusto del granchio blu italiano corrisponderà a quello degli amati granchi locali?

Anche se nessuno lo sa con certezza, l’importatore di prodotti ittici ha affermato nei commenti ai notiziari locali che i granchi blu italiani sono in realtà molto simili ai granchi blu autoctoni, ancor più dei loro cugini pakistani e tunisini.

C’è un avvertimento: il guscio più duro del granchio blu dell’Atlantico lo rende più difficile da mangiare, poiché molte persone mangiano il gejang con il guscio.

Nonostante questa limitazione, i commercianti sperano che questo parassita italiano trovi una base di fan in Corea.

Cosa fare per trasformare un disastro in un’opportunità

La regione Veneto, con un investimento ridicolo, potrebbe trasformare un disastro in un’opporturnità notevolissima. Prima di tutto evitando di porre dei limiti stupidi e, francamente, inutili alla pesca di una specie infestante, cosa che sarebbe equivalente al porre un limite all’elominazione di un’erba velenosa che cresce nel giardino. In secondo luogo organizzando rapidamente una catena logistica  per questo tipo di prodotto.

 


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento