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Google sotto inchiesta nel Regno Unito per violazione delle norme antitrust. Che strano…

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L’autorità di controllo della concorrenza britannica ha avviato un’indagine per verificare se Google abbia violato la legge limitando la concorrenza nel mercato delle tecnologie pubblicitarie, il tutto secondo quanto riportato dal quotidiano Daily Mail.

La Competition and Markets Authority valuterà ora se l’azienda abbia distorto la concorrenza e reso più difficile la competizione ai servizi pubblicitari rivali. L’autorità di regolamentazione ha dichiarato che la sua indagine sul gigante della ricerca di proprietà di Alphabet si concentrerà sull’intermediazione della tecnologia pubblicitaria, nota anche come “ad tech stack”.

Si tratta di un insieme di servizi che facilitano la vendita di spazi pubblicitari online tra venditori e acquirenti e che, secondo i dati del 2019, avrebbe genererebbe un ricavo di 1,8 miliardi di sterline , cioè oltre 2 miliardi di euro.

La CMA ha dichiarato che Google detiene una posizione di forza a vari livelli di questo spazio – fornendo un’ampia gamma di servizi, tra cui le piattaforme in cui gli inserzionisti possono acquistare spazi pubblicitari online; la tecnologia che automatizza la vendita di spazi pubblicitari; e quelli per la gestione degli inventari di annunci per gli editori, che decidono quali annunci mostrare. I servizi vengono poi ripagati con commissioni versate dagli inserzionisti e da chi riceve inserzioni.
La CMA ha dichiarato di voler valutare se Google stia distorcendo la concorrenza nel settore limitando l’interoperabilità di alcuni servizi e legando contrattualmente alcuni dei suoi servizi tra loro, rendendo più difficile per gli altri competere. con  AD Stack google collega diversi servizi, offerti in modo complessivo, ma per i quali i concorrenti non hanno accesso. Questo nel tempo ha permesso a Google di raggiungere una posizione dominante assoluta, e non solo nel Regno Unito.

Ora la CMA sta esaminando tre parti essenziali del sistema offerto da Google nel quale la piattaforma sembra dominante. Le aree sono:

  • Piattaforme lato domanda (DSP) che consentono agli inserzionisti e alle agenzie di comunicazione di acquistare l’inventario pubblicitario degli editori, cioè i banner dei siti;
  • Ad Exchange che fornisce la tecnologia per automatizzare la vendita dell’inventario degli editori. Consentono aste in tempo reale collegandosi a più DSP e raccogliendo le offerte da queste ultime.
  • Server pubblicitari degli editori gestiscono l’inventario dell’editore e decidono quale annuncio mostrare, in base alle offerte ricevute da diversi exchange e/o agli accordi diretti tra editori e inserzionisti.

L’indebolimento della concorrenza in questo settore potrebbe ridurre le entrate pubblicitarie degli editori, che potrebbero essere costretti a compromettere la qualità dei loro contenuti per tagliare i costi o a mettere solo quello che è gradito a Google che, tramite la pubblicità, può esercitare una censura fortissima delle notizie sgradite. Fatto che oggettivamente accade ogni giorno…

 

 


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