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Gli USA presenteranno a breve un piano di ritiro dal Niger, dopo essere stati cacciati.

Il Ministro degli Interni nigerino, Mohamed Toumba, incontra l’ambasciatore degli Stati Uniti Kathleen FitzGibbon, consegna la notfica di sfratto e gli USA preparano il piano per andarsene. 100 miiardi di base in fumo

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Bandiere di Niger e USA

Il Niger ha comunicato mercoledì che gli Stati Uniti presenteranno a breve una proposta per ‘disimpegnare’, cioè ritirare, i propri soldati dal Paese, dopo che il regime ha annunciato la fine di un accordo di cooperazione con Washington del 2012.

Il Ministro degli Interni, Generale Mohamed Toumba, ha incontrato l’ambasciatore degli Stati Uniti Kathleen FitzGibbon mercoledì per discutere la questione, ha dichiarato il suo Ministero a Niamey, la capitale della nazione dell’Africa occidentale.

FitzGibbon ha detto al ministro che Washington ha “preso nota della decisione” del Niger di ritirarsi dall’accordo militare e che “tornerà con un piano” sui “metodi di disimpegno” delle oltre 1.000 truppe statunitensi basate in Niger, secondo la dichiarazione del ministero.

A Washington, il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha rifiutato di commentare l’affermazione del Ministero degli Interni nigerino e ha detto che lo status delle truppe statunitensi rimane “ampiamente” lo stesso per ora.

Gli Stati Uniti sono stati “in contatto con le autorità di transizione per cercare chiarimenti” sulle dichiarazioni relative alle truppe, ha detto Miller ai giornalisti. “Abbiamo avuto queste conversazioni, ma non credo che sarebbe produttivo per me leggerle”, ha aggiunto. In linguaggio diplomatico questo significa che le comunicazioni sono state secche e ultimative, de genere “Andatevene!”.

Una notizia conosciuta, ma ora è ufficiale

L’annuncio di Niamey di rompere con gli Stati Uniti è arrivato sabato, dopo una visita di tre giorni di una delegazione senior statunitense per rinnovare i contatti con la giunta.

A metà marzo, il Niger ha affermato che l’accordo di cooperazione del 2012 era stato “imposto unilateralmente” da Washington e aveva già annunciato la volontà di non confermarli

Le truppe statunitensi sono state dislocate in una base per droni nel deserto costata 100 miliardi di dollari per combattere la violenza jihadista che affligge gran parte dell’Africa occidentale. Ora qusta base diventa non solo inutile, ma anche uno strumento di un governo sicuramente non favorevole a Washington. Questo spinge gli USA a cercare, con mezzi diploatici, di prolungare una

Dopo che il generale Abdourahamane Tiani ha preso il potere in un colpo di stato a luglio, il regime ha estromesso le truppe dell’ex potenza coloniale francese e ha cercato di approfondire le partnership militari e politiche con la Russia.

I vicini Mali e Burkina Faso hanno fatto passi simili e hanno aderito a un patto di difesa congiunto con il Niger, uscendo dal più ampio blocco dell’Africa occidentale ECOWAS.

Martedì Tiani ha parlato telefonicamente con il Presidente russo Vladimir Putin per discutere del “rafforzamento” dei loro accordi di sicurezza, dopo che Mosca aveva annunciato a metà gennaio la sua intenzione di “intensificare” la cooperazione militare.

Una delegazione russa ha anche visitato il Niger lo scorso dicembre, anche se non smebra ci sia stato un accordo militare diretto.


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