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Gli USA cercano di sostituirsi alla Cina in Angola a suon di dollari

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Gli Stati Uniti investiranno più di 2 miliardi di dollari in Angola, cercando di proporsi come migliore alternativa alla Cina, che ha finanziato la maggior parte della ricostruzione del Paese negli ultimi due decenni. Forse l’Occidente, o almeno gli USA, hanno capito che l’appoggio internazionale si guadagna con i soldi e gli investimenti, non con i buoni propositi e l’austerità.

Il presidente Joe Biden ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno impegnato più di 1 miliardo di dollari quest’anno per finanziare l’energia solare, i ponti e le infrastrutture internet. Inoltre, stanno offrendo un altro miliardo di dollari per finanziare il corridoio di Lobito, strategicamente importante, che va dallo Zambia alla costa angolana passando per la Repubblica Democratica del Congo.

Corridoio di Lobito

La US International Development Finance Corporation aveva inizialmente anticipato 250 milioni di dollari per uno studio di fattibilità per la ristrutturazione della linea ferroviaria atlantica di Lobito, lunga 1.300 km (800 miglia), come parte del corridoio logistico di Lobito.
Washington sta inoltre collaborando con l’Unione Europea per la costruzione di una nuova linea ferroviaria di 800 km tra l’Angola e lo Zambia, mentre guarda ai minerali critici come il cobalto e il rame provenienti dalla RDC e dallo Zambia per la sua transizione energetica verde, compresa l’industria delle auto elettriche.

Biden vuole usare l’Angola come banco di prova per le ambizioni statunitensi di contrastare l’influenza cinese in Africa, dove Pechino ha finanziato molti mega progetti.

Ma l’influenza economica della Cina in Angola è stata profondamente radicata dopo aver accettato di finanziare la ricostruzione del paese ricco di petrolio dopo una guerra civile durata 27 anni e conclusasi nel 2002.

L’Angola è diventata la principale destinazione africana per i capitali cinesi. Da allora ha ricevuto 45 miliardi di dollari dai finanziatori cinesi – più di un quarto del totale dei prestiti cinesi ai Paesi africani tra il 2000 e il 2022. Il denaro è stato destinato alla costruzione di enormi progetti, come la centrale idroelettrica di Caculo Cabaca, del valore di 4,1 miliardi di dollari.
È in Angola che la Cina ha sperimentato i prestiti garantiti dal petrolio come un modo semplice per accedere ai finanziamenti cinesi per le infrastrutture, in quello che è diventato noto come “modello Angola”. Il modello ha avuto successo fino a quando il prezzo del petrolio non è crollato, costringendo il Paese a pompare più petrolio per pagare i debiti.

Ora gli Stati Uniti stanno tornando in Angola, che molti decenni fa è stata teatro di guerre per procura tra Stati Uniti e Unione Sovietica.
Lourenco, che ha sostituito il defunto Jose Eduardo dos Santos come presidente nel 2017, ha promesso di diversificare l’economia del Paese, dipendente dal petrolio, e di ridurre l’eccessiva dipendenza dalla Cina. In qualità di presidente, Lourenco ha condotto una campagna anti-corruzione che ha preso di mira la famiglia e i collaboratori più stretti del suo predecessore.

Il 30° anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti è sembrato un momento opportuno per ricominciare da capo i rapporti fra le due parti, a pure gli USA non erano mai scomparsi completamente dalla prosepttiva angolana.

L’Angola sta portando avanti un’offensiva di fascino all’estero, con le sue élite politiche che prendono le distanze dalla Cina e cercano legami più stretti con i partner occidentali e con Paesi come il Brasile, Israele o la Turchia. Questo perché il matrimonio economico con la Cina ha portato si dei risultati positivi, come nuove infrastrutture, ma anche forti debiti. Inoltre spesso le strutture realizzate dai tecnici di Pechino non si sono rivelate all’altezza delle premesse.

Ufficialmente la posizione di Pechino non è cambiata e l’Angola è considerato ancora un paese amico, ma appare evidente che l’invasività del debito abbia portato un raffeddamento fra le parti. La strategia di Washington è chiara: approfittare della situazione per far penetrare le proprie aziende e la propria influenza. Se la Cina apparisse troppo stretta coi propri nuovi alleati in Africa si aprirebbero ampi spazi per la diplomazia a stelle e strisce. Però questa funziona solo se ci sono tanti soldi da spendere.

 

 

 


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