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Giuseppe Guarino, il grande economista italiano che denunciò il fallimento dell’Euro e del Fiscal Compact

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Giuseppe Guarino è stata una figura unica di economista e giurista italiano che, avendo una grande conoscenza delle sue materie e sufficiente coraggio per esprimersi, ebbe il coraggio di andare contro-corrente denunciando l’incompletezza e l’illusorietà del disegno dell’Euro e l’incapacità della UE di esprimere una vera politica comune equilibrata e in grado di stimolare la crescita. Qui vogliamo riassumere la sua vita e le sue opere, perché si sappia che ci fu chi aveva le idee chiare, ma non fu ascoltato.

Introduzione

Giuseppe Guarino è stato un giurista, economista e politico italiano, nato a Napoli nel 1922 e morto a Roma nel 2020. La sua opera ha abbracciato vari campi del diritto pubblico, della storia dell’economia, della politica economica e delle relazioni internazionali. È stato uno dei maggiori esperti di diritto pubblico dell’economia e uno dei più influenti critici dell’Europa dei numeri e del fiscal compact.

In questo saggio, cercheremo di tracciare un profilo della vita e del pensiero di Giuseppe Guarino economista, seguendo la suddivisione proposta dal richiedente: a) dati anagrafici, studi e vita privata. b) carriera politica e come amministratore pubblico e privato c) pensiero economico, d) critica al fiscal compact e all’Europa. e) critica all’euro.

Studi e vita privata

Giuseppe Guarino nacque a Napoli il 18 febbraio 1922 da una famiglia di avvocati. Si laureò in giurisprudenza all’Università di Napoli nel 1944 con una tesi sul diritto amministrativo. Si specializzò in diritto pubblico presso l’Università di Roma, dove fu allievo di Vittorio Emanuele Orlando. Nel 1947 vinse il concorso per avvocato dello Stato e iniziò la sua carriera forense. Nel 1951 sposò Maria Luisa De Luca, con cui ebbe tre figli: Vittorio Emanuele, Alessandro e Maria Teresa.

Guarino fu anche un appassionato di musica classica, di letteratura e di arte. Fu amico di personalità come Benedetto Croce, Luigi Einaudi, Guido Carli, Aldo Moro, Giovanni Spadolini e Francesco Cossiga.

Carriera politica e come amministratore pubblico e privato

Guarino fu un protagonista della vita politica e istituzionale italiana per oltre quarant’anni. Fu sindaco della Banca d’Italia dal 1967 al 1987, collaborando strettamente con Guido Carli, di cui scrisse una biografia nel 2009. Fu anche presidente della Banca Nazionale del Lavoro dal 1978 al 1980.

Nel 1987 fu eletto deputato nella fila della Democrazia Cristiana e fu nominato Ministro delle Finanze nel governo Goria. In seguito fu Ministro dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato e Ministro delle Partecipazioni Statali nel governo Amato I. In qualità di ministro si occupò di varie questioni economiche e finanziarie, tra cui la privatizzazione delle aziende pubbliche, la riforma fiscale, la lotta all’evasione, la riduzione del debito pubblico e la preparazione all’ingresso nell’Unione monetaria europea.

Nel 1992 non si ricandidò alle elezioni politiche e si ritirò dalla vita parlamentare. Continuò però a esercitare il suo ruolo di intellettuale e di consulente per vari organismi pubblici e privati.

Pensiero economico

Guarino fu uno dei più importanti economisti italiani del dopoguerra. La sua visione economica si basava su una concezione organica dello Stato e della società, in cui il diritto pubblico aveva la funzione di regolare i rapporti tra i diversi interessi economici e sociali. Guarino fu il fondatore del moderno diritto pubblico dell’economia, ovvero lo studio delle norme che disciplinano l’intervento dello Stato nell’economia per perseguire fini di interesse generale.

Guarino si occupò di vari temi economici, tra cui la storia dell’economia italiana, il ruolo della Banca d’Italia, la politica monetaria, la politica industriale, la politica fiscale, la politica sociale, le relazioni economiche internazionali. Guarino fu un sostenitore dello Stato sociale, inteso come un sistema che garantisce i diritti fondamentali dei cittadini (salute, istruzione, lavoro) e che favorisce lo sviluppo economico e la coesione sociale.

Guarino fu anche un critico delle teorie economiche liberiste e monetariste, che riteneva inadeguate a spiegare e a risolvere i problemi dell’economia reale. Guarino proponeva invece una visione pluralista e pragmatica dell’economia, basata sull’analisi dei fatti e sulle soluzioni concrete.

Il Prof Giuseppe Guarino e il Prof. Antonio Marina Rinaldi in un convegno sull’euro del 2014

Critica al fiscal compact e all’Europa

Guarino fu uno dei più influenti critici dell’Europa dei numeri e del fiscal compact, ovvero il trattato europeo che impone ai paesi membri di rispettare rigidi parametri di bilancio per contenere il deficit e il debito pubblico. Guarino riteneva che il fiscal compact fosse illegittimo, in quanto violava la sovranità nazionale e la Costituzione italiana, e inefficace, in quanto impediva agli Stati di usare la politica fiscale per sostenere la crescita economica e l’occupazione.

Guarino proponeva invece una riforma dell’Unione europea basata sulla cooperazione politica e sul riconoscimento dei valori sociali. Guarino sosteneva che l’Europa dovesse essere fondata su un patto di solidarietà tra i paesi membri, che prevedesse una politica economica comune, una politica sociale comune, una politica estera comune e una difesa comune. Guarino auspicava anche la creazione di un Parlamento europeo dotato di poteri legislativi effettivi e di un governo europeo responsabile davanti al Parlamento.

Critica all’euro

Guarino fu anche un critico dell’euro, la moneta unica europea introdotta nel 1999. Guarino riteneva che l’euro fosse un errore storico, in quanto aveva creato una moneta senza uno Stato e senza una politica economica condivisa. Guarino sosteneva che l’euro avesse provocato gravi squilibri economici tra i paesi membri, favorendo quelli con surplus commerciali (come la Germania) e penalizzando quelli con deficit commerciali (come l’Italia). Guarino affermava che l’euro avesse imposto ai paesi deboli una politica di austerità fiscale e salariale, che aveva ridotto la domanda interna, la crescita economica e l’occupazione.

Guarino proponeva invece una revisione dell’Unione monetaria europea, basata su due possibili scenari: o l’uscita dall’euro dei paesi più deboli, per poter recuperare la sovranità monetaria e la competitività esterna; o la trasformazione dell’euro in una moneta comune, ma non unica, che convivesse con le monete nazionali, in modo da consentire ai paesi membri di adattare i tassi di cambio alle loro esigenze economiche.

Per la mancanza di una vera banca centrale e di uno stato che avesse una seria politica economica unica, Giuseppe Guarino cchiamava l’Euro una “Moneta Falsa” e non si fece problemi ad affermarlo perfino in TV.

Ovviamente le sue parole passarono come una voce nel deserto politico italiano.

 

Opere di Giuseppe Guarino

Le principali opere di Giuseppe Guarino sono le seguenti:

  • Diritto pubblico dell’economia (1958): è il primo trattato di diritto pubblico dell’economia in Italia, in cui Guarino analizza le norme che regolano l’intervento dello Stato nell’economia per perseguire fini di interesse generale. L’opera è considerata il fondamento del moderno diritto pubblico dell’economia.
  • Storia dell’economia italiana (1975): è una storia dell’economia italiana dal Medioevo al dopoguerra, in cui Guarino ricostruisce le trasformazioni economiche, sociali e politiche del paese, con particolare attenzione al ruolo dello Stato e delle istituzioni. L’opera è considerata una delle più complete e aggiornate sul tema.
  • Guido Carli. Una biografia (2009): è la biografia di Guido Carli, il banchiere e politico italiano con cui Guarino collaborò per trent’anni. L’opera ripercorre la vita e la carriera di Carli, dal suo ruolo di governatore della Banca d’Italia, a quello di ministro del Tesoro, a quello di presidente della Confindustria. L’opera è considerata una testimonianza diretta e autorevole di uno dei protagonisti della storia economica e politica italiana.
  • Il fiscal compact è illegittimo (2012): è un saggio in cui Guarino critica il fiscal compact, il trattato europeo che impone ai paesi membri di rispettare rigidi parametri di bilancio per contenere il deficit e il debito pubblico. Guarino sostiene che il fiscal compact sia illegittimo, in quanto viola la sovranità nazionale e la Costituzione italiana, e inefficace, in quanto impedisce agli Stati di usare la politica fiscale per sostenere la crescita economica e l’occupazione. Guarino propone invece una riforma dell’Unione europea basata sulla cooperazione politica e sul riconoscimento dei valori sociali.

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