Giappone: il governo ordina all’esercito di abbattere i missili Nord Coreani

Se la guerra in Oriente non scoppiasse tra Cina e Taiwan, ma tra Giappone e Corea del Nord? Il ministro della Difesa Yasukazu Hamada ha ordinato sabato alle Forze di autodifesa, l’esercito giapponese,  di tenersi pronte ad abbattere un razzo o un satellite spia nordcoreano nel caso in cui sembri probabile che cada sul territorio giapponese.

La scorsa settimana il leader nordcoreano Kim Jong Un ha ordinato il lancio del primo satellite militare di spionaggio del Paese, senza fornire una tempistica, come hanno riferito i media statali. Il lancio improvviso sarebbe stato richiesto dal Presidente in persona.

Hamada ha ordinato alla SDF (Self defence force) di effettuare i preparativi necessari in vista di un eventuale “ordine di distruzione di missili balistici” o di altri oggetti, ha dichiarato il Ministero della Difesa giapponese in un comunicato. L’ordine può essere eseguito con l’approvazione del primo ministro.

Per “limitare i danni, se un missile balistico o un altro oggetto” dovesse cadere sul territorio giapponese, i preparativi includono l’invio di batterie di difesa missilistica terrestre Patriot Advanced Capability-3 (PAC-3) in alcune zone della prefettura di Okinawa, nonché il dispiegamento di cacciatorpediniere Aegis della Maritime Self-Defense Force, dotate di intercettori SM-3, nelle acque intorno al Giappone.

Nessun Paese ha mai tentato di abbattere un razzo o un missile balistico nordcoreano, nonostante la storia di Pyongyang sia caratterizzata da lanci provocatori, tra cui il lancio di armi sul Giappone, avvenuto l’ultima volta in ottobre. Il Ministero della Difesa ha dichiarato di non aver preso provvedimenti per distruggere il missile in quanto aveva ritenuto che non sarebbe caduto in territorio giapponese.

Il Giappone possiede, o utilizza grazie all’alleanza con gli Stati Uniti, un’ampia gamma di radar spaziali, marini e terrestri e altri sensori in grado di rilevare e determinare rapidamente la traiettoria generale della maggior parte dei lanci missilistici nordcoreani. I suoi cacciatorpedinieri Aegis dotati di SM-3 sono progettati per abbattere i missili balistici nelle prime fasi di volo, mentre i sistemi PAC-3 – che hanno un raggio d’azione di 30 chilometri – sono utilizzati per intercettare i missili che eludono lo strato SM-3 e sono considerati l’ultima linea di difesa.

Cacciatorpediniere giapponese AEGIS Kongo

Secondo gli osservatori, il tentativo di abbattere un missile o un razzo nordcoreano che trasporta un satellite potrebbe aprire la possibilità di un’escalation. Un simile tentativo rivelerebbe inoltre potenzialmente la forza del Giappone, mostrando le capacità di rilevamento e intercettazione di Tokyo agli attenti osservatori di Pyongyang.

A parte l’ovvia questione dei danni, se un intercettore dovesse mancare il bersaglio, metterebbe in discussione queste capacità, alimentando la preoccupazione non solo di Tokyo, ma anche di Washington e dei suoi alleati e partner, che dispongono di sistemi di difesa di produzione americana come l’SM-3 e il PAC-3.

Quest’anno la Corea del Nord, dotata di armamento nucleare, ha lanciato una serie di missili, un mix eterogeneo che comprende potenti missili balistici intercontinentali e armi a corto raggio in grado di eludere la difesa. L’ultima volta che il Paese ha lanciato un satellite è stato nel febbraio 2016; il Giappone lo ha etichettato come un test poco velato della tecnologia ICBM e ha ordinato ai cacciatorpedinieri Aegis e alle unità PAC-3 di abbatterlo nel caso in cui le proiezioni mostrassero componenti che cadono in territorio giapponese.

In un possibile segno della reazione di Pyongyang in caso di tentativo di intercettazione, Kim Yo Jong, sorella del leader nordcoreano, ha avvertito a marzo che qualsiasi mossa da parte degli Stati Uniti o di altri di abbattere una delle sue “armi strategiche” sulle acque internazionali sarebbe stata considerata come “una chiara dichiarazione di guerra”. Una guerra di cui nessuno sentiva il bisogno.