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Giappone: crescita rivista al rialzo e migliorano le partite correnti. Il tutto senza politica monetaria restrittiva

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Il Giappone stupisce con una politica monetaria che non piacerà al paesi europei più austeri, ma cche funziona. Prima di tutto la crescita è stata migliore di quanto si pensasse.

L’economia giapponese è avanzata dello 0,7% nel 1° trimestre del 2023, rispetto alla lettura flash di un’espansione dello 0,4% e dopo un aumento dello 0,1% rivisto al rialzo nel periodo precedente, superando le previsioni del mercato di un guadagno dello 0,5%.

Si è trattato del secondo trimestre consecutivo di crescita economica e del ritmo più sostenuto dal secondo trimestre del 2022, in quanto i consumi privati sono aumentati al massimo in tre trimestri dopo la completa abolizione dei rigidi controlli alle frontiere (0,5%, rispetto allo 0,6% dei dati flash e dopo un guadagno dello 0,2% nel quarto trimestre).

Inoltre, si è registrata una revisione al rialzo sia della spesa in conto capitale (1,4%, rispetto ai dati preliminari e al dato del quarto trimestre dello 0,9%, superando le stime dell’1,3%) che della spesa pubblica (0,1%, rispetto alla lettura piatta delle proiezioni iniziali e dopo un aumento dello 0,2% nel quarto trimestre).

Nel frattempo, il commercio netto ha contribuito negativamente, poiché le esportazioni (-4,2% rispetto al 2,0%) sono diminuite più delle importazioni (-2,3% rispetto alla lettura piatta). L’economia si è espansa dell’1,1% lo scorso anno, rallentando rispetto all’aumento del 2,1% del 2021 a causa dei persistenti venti contrari a livello globale. Ecco il relativo grafico

Questa crescita ha visto un miglioramento delle partite correnti ad aprile, segno che comunque il calo delle esportazioni è stato poi corretto, dimostrando una buona vitalità dell’economia di Tokio. L’avanzo delle partite correnti del Giappone è balzato a 1.895,1 miliardi di JPY nell’aprile 2023 rispetto ai 1.075,1 miliardi di JPY dello stesso mese dell’anno precedente.

Si è trattato del terzo mese consecutivo di avanzo delle partite correnti, superando le stime del mercato che prevedevano un guadagno di 1.663,8 miliardi di JPY, in quanto l’avanzo del reddito primario è salito a 3.066,3 miliardi di JPY dai 2.974,2 miliardi di JPY dell’anno precedente. Allo stesso tempo, il deficit del conto beni è sceso a 113,1,4 miliardi di JPY da 684,1 miliardi di JPY, con un aumento delle esportazioni del 2,6% rispetto all’anno precedente e un calo delle importazioni del 4,1%.

Inoltre, il divario nel conto dei servizi si è ridotto a 646,5 miliardi di JPY da 1.002,8 miliardi di JPY di un anno fa. Nel frattempo, il deficit del reddito secondario è aumentato a 411,1 miliardi di JPY da 212,2 miliardi di JPY.

 

Quindi l’economia giapponese è vitale, nonostante i grandi problemi legati alla democrafia e a un’economia che è più che matura. Anzi l’export giapponese si rivela particolarmente competitivo a livello mondiale, mentre la Cina, che produce più beni di massa, vede rallentare il commercio estero. Il tutto senza una politica restrittiva monetaria come quella applicata dalla BCE.

Il Giappone è l’esempio di come una politica economica pratica e sana possa comunque condurre un paese su un cammino di crescita lento, ma costante.

Non possiamo scambiare la Lagarde con Kazuo Ueda e la Von Der Leyen con Fumio Kishida? Così, per provare…


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