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Germania: prezzi all’ingrosso in calo. L’ondata inflazionistica si esaurisce e la BCE rischia di essere fuori tempo

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I prezzi all’ingrosso in Germania passano in campo negativo, mostrando una tendenza deflazionistica coerente con il rallentamento economico in corso.

A maggio 2023 i prezzi all’ingrosso in Germania sono scesi del 2,6% rispetto all’anno precedente, segnando il secondo mese consecutivo di calo e la flessione più marcata da luglio 2020, dopo il calo dello 0,5% del mese precedente.

La pressione al ribasso è stata esercitata principalmente dai prodotti a base di oli minerali (-22,7%), dai rottami e dai materiali residui (-31,3%), dai cereali, dal tabacco grezzo, dalle sementi e dai mangimi (-27,9%), dai minerali, dai metalli e dai prodotti semilavorati in metallo (-22,1%) e dai prodotti chimici (-9,4%).

Al contrario, la pressione al rialzo è arrivata da frutta, verdura e patate (22,5%), animali vivi (16,9%) e materiali ed elementi da costruzione (11,6%). Su base mensile, i prezzi all’ingrosso si sono ridotti dell’1,1% a maggio, il secondo mese consecutivo di calo e la flessione più forte degli ultimi cinque mesi, dopo il calo dello 0,4% di aprile.

Ecco il relativo grafico

vediamo come questo andamento riprenda la situazione del periodo COVID, quando l’economia è entrata in catalessi per i lockdown

Quindi la spinta inflazionistica sembra essersi calmata, soprattutto per il calo dell’inflazione energetica, come possiamo vedere dal seguente grafico

In questo momento abbiamo una spinta inflazionistica core, legata ai salari, che vogliono riequilibrarsi dopo la svalutazione da cause esterne energetiche. Nulla di nuovo, un fenomeno che abbiamo già visto negli anni settanta-ottanta: nessuno vuole diventare più povero perché l’energia costa il doppio o il triplo, per cui cerca di adeguare le proprie remunerazioni appena possibile. Combattere questa tendenza sarebbe pericoloso perché darebbe una spinta recessiva in un momento di crescita economica non brillante. Tra l’altro la tendenza è europea, con anche la Svezia che vede un minimo inflazionistico degli ultimi 10 mesi al 9,7% ed un calo sotto le due cifre.

Vedremo quali saranno le prossime decisioni della BCE sulla politica monetaria. Gli analisti si attendono ancora un aumento, ma forse l’ultimo. Comunque la pressione sui mercati immobiliari e sull’economia è già forte, e se diventasse eccessiva potrebbe portare a una crisi di cui nessuno avverte il bisogno.

 

 


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