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Francia fuori da Niger: che rimane della Grandeur?

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La Francia porrà fine alla sua presenza militare in Niger entro la fine del 2023, ha dichiarato domenica il presidente francese Emmanuel Macron, segnando l’ultimo importante sviluppo tra le forti tensioni tra i due Paesi da quando una giunta militare ha preso il controllo del Niger a luglio.

“Stiamo ponendo fine alla nostra cooperazione militare con le autorità de facto del Niger perché non vogliono più combattere il terrorismo”, ha detto Macron a proposito dei leader militari che hanno preso il controllo del Paese africano nord-occidentale.

L’ambasciatore francese, “tenuto in ostaggio nell’ambasciata francese” in Niger verrà invece ritirato insieme ad un altro gruppo di diplomatici.

La Francia non ha riconosciuto le autorità militari del Niger e insiste sul fatto che il presidente Mohamed Bazoum, rovesciato durante il colpo di Stato, rimane l’unica autorità legittima del Paese. La decisione di porre fine alla “cooperazione” è “perché non siamo lì per occuparci di politica interna ed essere ostaggi dei putschisti”, ha detto Macron, riferendosi al gruppo militare. Ormai però Bazoum è un ricordo e non sembra che neanche ECOWAS voglia intervenire.

“Torneranno in modo ordinato nelle settimane e nei mesi a venire, e per questo ci coordineremo con i putschisti perché vogliamo che questo avvenga con calma”, ha detto Macron. Alla domanda specifica ha confermato che “Non ci saranno più soldati francesi in Niger entro lla fine del 2023”.

Il potere militare nigerino ha dichiarato di accogliere con favore la decisione della Francia di ritirare le proprie truppe dal Paese, secondo una dichiarazione pubblicata dalla televisione di Stato nigerina, Tele Sahel.

“Questa domenica celebriamo un altro passo verso la sovranità del Niger. Le truppe francesi e l’ambasciatore francese lasceranno il Niger entro la fine dell’anno”, si legge nel comunicato. “Le forze imperialiste e neocolonialiste non sono più benvenute sul nostro territorio nazionale”.

“Qualsiasi persona, istituzione o struttura la cui presenza minacci gli interessi e le prospettive del nostro Paese dovrà lasciare la terra dei nostri antenati, che lo voglia o no”, ha aggiunto. “La nostra resistenza sarà incrollabile e affronterà qualsiasi istituzione o struttura che tenti di sfidare gli interessi superiori della nostra nazione”.

Un trionfo per il Niger, che si libera di ogni influenza di Parigi senza sparare un colpo, anche se rimangono i problemi legati agli insirgenti islamisti e Tuareg, che sono tornati estremamente attivi nel vicino Mali. Pero adesso questi rimangono problemi del Niger che non dovranno più interessare a Macron.

Cosa resta della FranceAfrique? Cosa rimane della Grandeur francese? Della prima non resta che un ricordo, talvolta anche cattivo, perché i francesi ne hanno combinate di tutti i colori nelle loro campagne coloniali. La colonizzazione francese dell’Africa centrale, la cosiddetta colonia di Ubangi Shari, non ebbe nulla da invidiare a quella di Re Leopoldo nello Sato Libero del Congo e si calcola che la popolazione si dimezzò durante la prima fase del dominio francese. Quindi vi fu anche, in parte, un’influenza positiva, ma la corruzione delle colonie non fu che un riflesso di quella della madrepatria. Qualcuno di ricorda ancora l’Impero Centrafricano di Bokassa e i diamanti usati per corrompere i politici francesi?

Di tutto questo ora non resta nullam anzi no, resta un astio profondo che poi alimenta l’odio dei migranti nella Madrepatria. Della Grandeur francese resta solo tanta boria, che poi si traduce nel desiderio di dominare le quasi-colonie europee, come l’Italia. Certe volte vale più una Legion d’Onore che una brigata corazzata…

Immagine dalla BBC


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