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Fitch degrada il debito USA che attualmente sfiora il 130% del PIL. Biden e la Yellen non festeggeranno

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Oggi sarà una pessima gionata per la segretaria al Tesoro USA; Janet Yellen. Fitch Ratings ha abbassato il rating di default dell’emittente statunitense a lungo termine in valuta estera da AAA a AA+, citando fattori quali “il previsto deterioramento fiscale nei prossimi tre anni, l’elevato e crescente onere del debito pubblico e l’erosione della governance” rispetto agli altri paesi. E pensare che ne abbiamo parlato appena ieri.

L’agenzia di rating ha sottolineato “i ripetuti stalli politici sul limite del debito e le risoluzioni dell’ultimo minuto” che hanno eroso la fiducia del mercato nella gestione fiscale del Paese.

A maggio, al culmine dell’impasse sul tetto del debito, Fitch ha posto il rating AAA degli Stati Uniti sotto osservazione negativa. L’agenzia ha inoltre evidenziato l’aumento del deficit pubblico, che secondo le sue previsioni raggiungerà il 6,3% del PIL nel 2023, nonché una combinazione di condizioni di credito più rigide, indebolimento degli investimenti delle imprese e rallentamento dei consumi che potrebbe portare a una lieve recessione. Un calo del PIL porterebbe automaticamente ad un aumento del rapporto debito/PIL. Il debito ormai appare effettivamente fuori controllo

Ed anche le previsioni della Camera dei rappresentanti sono preoccupanti

 

Le autorità statunitensi non hanno condiviso la decisione di Fitch, definita “arbitraria e basata su dati obsoleti” dal Segretario al Tesoro Janet Yellen. In generale, il rating viene utilizzato da fondi sovrani, fondi pensione e altri investitori per valutare il merito di credito degli Stati Uniti, con un forte impatto sui costi di finanziamento del Paese, e quindi ci potrebbe essere un effetto sul rendimento dei titoli USA che, in effetti, si può vedere, anche se in scala ridotta.

Anche Krugman è intervenuto sul tema, e con qualche ragione: alla fine cosa è accaduto oggi che non si sapesse anche ieri o un mese fa? Niente, già era noto che Biden non avrebbe potuto applicare una politicca restrittiva nell’anno precedente le elezioni! 

 

Due sono i problemi del debito USA:

  • uno politico, perché la Bidenomics, l’economia secondo Biden, è basata sulla spesa pubblica a bassa crescita (come nella UE, del resto);
  • uno economico; perché l’aumento dei tassi da parte della FED manda alle stelle le spese per interessi sul debito USA.

La cura per il primo punto è cambiare presidente, per il secondo è o invertire la politica restrittiva nel suo complesso, o “Giapponesizzare” la FED e applicare in modo forte il controllo dei tassi di interesse sul debito USA, comprandolo sul mercato, esattamente come fa la BoJ sui titoli decennali. Però questo avrebbe delle ricadute forti sulla finanza mondiale, minerebbe la credibilità residua del dollaro e la convenienzza al suo possesso e sarebbe un cambiamento di politica molto evidente per la FED.

Il governo potrebbe anche applicare una politica “Supply side”, cancellando molti dei vincoli alla crescita per il settore privato, ma questo non è coerente con la politica del governo federale Dem. Ci vorrebbe un nuovo Raegan, almeno in parte, che combatterebbe l’inflazione e incentiverebbe la crescita nello stesso tempo. Per ora però non si vede niente del genere.

 

 


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  1. Pingback: Debito USA: il decennale vede un grosso aumento nel rendimento dopo il downgrade di Fitch

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