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Fisco: pignoramenti sui conti correnti più facili. Più tasse per beni all’estero

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Il fisco si prepara a intensificare le azioni nei confronti dei contribuenti con l’obiettivo di accelerare i pignoramenti. L’Agenzia delle Entrate Riscossione avrà un accesso diretto e telematico ai conti correnti dei debitori, semplificando i processi di pignoramento. Non sarà più necessario richiedere informazioni alle banche, che saranno direttamente incaricate di effettuare i pagamenti come terzi creditori.

Questo cambierà notevolmente le tempistiche, riducendo il periodo di attesa di circa 30 giorni. Se durante la verifica si scoprono crediti del debitore presso gli istituti finanziari, l’Agenzia della Riscossione potrà emettere e notificare l’ordine di pagamento al terzo senza indugi, tramite procedura telematica. La notifica al debitore dovrà avvenire entro trenta giorni dalla notifica al terzo, pena la nullità del provvedimento.

Inoltre, sono previste restrizioni sulle compensazioni dei crediti. Sarà vietata la possibilità di compensare i crediti per i contribuenti con debiti superiori a 100.000 euro relativi a imposte erariali o accertamenti esecutivi per cui i termini di pagamento sono scaduti e non sono state effettuate sospensioni dei pagamenti.

La compensazione dei crediti relativi ai contributi previdenziali Inps sarà possibile solo a partire dal decimo giorno successivo alla presentazione della dichiarazione dei redditi, in particolare per i commercianti, artigiani e iscritti alla gestione separata Inps.

Per i datori di lavoro non agricoli, la compensazione sarà consentita a partire dal quindicesimo giorno successivo alla scadenza del termine mensile per la trasmissione dei dati retributivi. Gli agricoltori potranno utilizzare la compensazione a partire dalla data di scadenza del versamento relativo alla dichiarazione di manodopera agricola.

Infine, le imposte sulle attività e i beni detenuti all’estero aumenteranno. L’imposta sul valore delle attività finanziarie estere (Ivafe), calcolata in base al valore dei prodotti finanziari e proporzionata alla quota di possesso e al periodo di detenzione, raddoppierà, passando dal 2% al 4%. L’imposta sul valore degli immobili situati all’estero (Ivie), che riflette l’Imu, aumenterà dallo 0,76% all’1,06%.

Alla fine, comunque, si cerca di fare cassa in qualche modo.


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  1. Pingback: Fisco: no al pignoramento diretto dei conti correnti

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