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Cultura

Fermate il mondo, voglio scegliere. Il diritto Analogico (di Ennio Caruccio)

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Fermate il mondo, voglio scendere

….così recitava la famosissima nonché surreale richiesta del secolo scorso che fu il titolo di un film italiano degli anni 70. Come se fossimo su un tram e decidessimo di premere il pulsante rosso di chiamata per scendere, interrompendo così un percorso che non abbiamo deciso noi, per quanto comodo e confortevole.

Nel caso specifico, premere il pulsante semplicemente per rallentare e per proseguire a piedi fino alla nostra meta.
Vi chiederete: perché farlo?

Beh …per andare più piano, per avere più tempo per riflettere, per godersi il paesaggio e le persone attorno a noi, per sentire più intensamente i profumi degli alberi, piante e fiori o le mille voci ovunque prima della destinazione finale.

Da questa celebre e geniale frase sono dunque partito, nel periodo del lockdown, per pensare un futuro diverso per me e per tutti coloro che non sono interessati a quel percorso agevolato, rapido e alle condizioni con cui le élite che lo hanno programmato, ce lo vogliono imporre.
Tanto più che, con l’arrivo imminente delle CBDC, ovvero le prossime “monete digitali”, ho avuto la conferma di quello che sospettavo da tempo, ovvero la chiusura definitiva del cerchio.

Temevo infatti che avrebbero molto presto deciso di impedire, disabilitare, insomma toglierci la possibilità di premere quei comodi e bei pulsantoni rossi, costringendoci quindi a percorrere, in barba alle mollicce democrazie e alle costituzioni ormai violentate ,comode ma subdole, veloci ma imprudenti e asettiche vie digitali, impersonali e super controllate.

Un idea, un concetto – come dicevo – che stavo elaborando già da un paio d’anni ma a cui non riuscivo a dare un nome preciso, un senso compiuto. Poi solo ultimamente, dopo aver sentito varie interviste, interpretazioni e discussioni sul tema, sono riuscito a dargli finalmente un nome: “DIRITTO ANALOGICO”.

Abbiamo quindi iniziato a parlare pubblicamente a “Il Vaso di Pandora“, il canale youtube con cui collaboro,
della possibilità di rifiutare legalmente l’imposizione di una via digitale, di poter completare il percorso e la velocità che questo futuro sistema ci sta proponendo con i nostri tempi e spazi.
Spazi più umani e tempi più naturali.
Avere perciò il diritto di scegliere una vita più a misura d’uomo che ci dia lo spazio e il tempo di pensare a ciò che stiamo facendo, se ci piace e soprattutto dove stiamo andando.

Insomma, in una sola parola, una vita ANALOGICA.

Avere ad esempio la possibilità di decidere se entrare soltanto in parte (soft digital) in buona parte (medium digital) o totalmente (full digital) in una esistenza virtuale dove tutto è completamente automatizzato e gestito sempre più velocemente da intelligenze artificiali, risucchiati in un vortice di tecnologie digitali dove non avremo più la possibilità di fare molte cose “UMANE” che oggi facciamo,
dove non potremo fare quasi più nulla di reale, tattile, olfattivo o visivo, dove saremo solamente uno dei tanti milioni e milioni di codici NFT in un mondo virtuale gestiti da smart contract.

Prossimamente ho intenzione anche di raccogliere delle firme per capire effettivamente quanti di voi lo vogliono, quanti di voi sarebbero veramente intenzionati a rischiare di rimanere “indietro”, aggiungere a una vita di sacrifici anche una più complicata gestione quotidiana. Ma ancora peggio, mettendo in conto la quasi sicura esclusione sociale.
Infine, ringraziandoti per il tempo concesso a questa lettura, ti invito a fare un commento costruttivo, dare la tua opinione o magari trovare un nome diverso se ritieni che possa essere più interessante e rendere più comprensibile e intuitivo questo concetto.

Caruccio Ennio


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