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Fame: abbiamo un problem del costo del cibo nei paesi in via di sviluppo

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Mentre i paesi industrializzati o post industrializzati si preparano a una dura guerra contro le bollette energetiche che essi stessi hanno provveduto a incrementare, i paesi in via di sviluppo stanno iniziando una battaglia, forse già persa, contro gli aumenti dei prezzi nel settore alimentare che rischiano di mettere milioni di persone alla fame.

I prezzi dei beni alimentari, secondo l’indicatore della FAO, sono tornati al livello del 2007 – 2010

Se di per se queste date possono non riportarvi alla mente niente di speciale i rammentiamo due eventi: la “Rivolta della tortilla” che scoppiò in Messico a seguito dell’aumento dei prezzi del mais, prodotto che in quel momento alimentava il boom del bioetanolo. Nel 2010 sono poste le radici di quelle che furono poi note come le “Primavere arabe” . Insomma la fame è sempre un grande agitatore di popoli.

I governi possono intervenire nel calmierare i prezzi dei prodotti alimentari, ma sino ad un certo punto. Quindi l’inflazione ha la meglio e porta ha conseguenze drammatiche se non controbilanciata da un miglioramento dei redditi. In questa mappa di Bloomberg vediamo i Paesi con più alto tasso di inflazione

Invece in questa altra mappa vediamo la vulnerabilità dei mercati alimentari nei diversi paesi, concentrata soprattutto sui paesi in via di sviluppo.

 

Alcuni paesi, come la Romania, stanno investendo massicciamente sulla propria industria alimentari interna in modo da essere meno vulnerabili alle oscillazioni dei prezzi internazionali. Altri, come la Russia, impongono tasse sul l’export di cereali, tentando di calmierare i prezzi interni. La Turchia sta implementando uno stretto controllo dei prezzi, che però dà risultati solo parziali. La Tunisia invece ha compiuto un’opera di sovvenzionamento e di pressione sociale sui grossisti e sugli importatori di prodotti alimentari, riuscendo a contenere i prezzi con un discreto successo.

Una persistenza di costi elevati per i prodotti alimentari può portare ha fame e ha forti scontri sociali. La risposta migliore è uno sforzo mondiale per aumentare la produzione e la disponibilità di cibo, portando così ad un calo dei suoi prezzi.


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