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ENI attaccata da Hacker per un ransomware

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La società petrolifera  Eni ha denunciato un attacco informatico alle sue reti informatiche mercoledì. L’attacco sembra essere un tentativo di ransomware che, secondo l’azienda italiana, ha causato solo danni minori.  Un rappresentante dell’azienda ha dichiarato mercoledì a Bloomberg News che “Eni conferma che i sistemi di protezione interni hanno rilevato un accesso non autorizzato alla rete aziendale negli ultimi giorni”.

I gruppi di criminali informatici utilizzano sempre più spesso il ransomware per attaccare le aziende del settore energetico, in quanto la continuità del servizio è estremamente importante per le aziende energetiche. Spesso le aziende energetiche sono disposte a pagare un riscatto per poter riprendere rapidamente le operazioni.

All’inizio di questo mese, la società energetica lussemburghese Encevo è stata attaccata da una banda di ransomware strettamente affiliata al gruppo che lo scorso anno ha eseguito l’attacco all’operatore del Colonial Pipeline, un cyberattacco che ha fatto crollare il più grande oleodotto di carburante degli Stati Uniti.

Sebbene il cyberattacco all’operatore del gasdotto e al fornitore di energia elettrica Encevo non abbia portato a interruzioni nella fornitura di energia, RTL Luxembourg ha riferito che i dati dei suoi clienti sono finiti sul dark web e che l’azienda ha lottato per settimane per riportare i suoi sistemi alla normale operatività.

Le bande di criminali informatici come “Black Cat”, ALPHV e DarkSide sono per lo più spinte da motivazioni finanziarie – l’80% delle organizzazioni colpite da attacchi ransomware ha pagato il riscatto per riottenere l’accesso ai dati aziendali, secondo Kapersky, una società di cybersicurezza -, mentre altri hacker sono spinti dall’ideologia o incentivati da Stati rivali. La quantità di cyberattacchi e violazioni di dati in Paesi dell’Europa centrale e orientale come Moldavia, Montenegro, Estonia e Slovenia lo scorso mese solleva la questione se dietro gli attacchi ci siano attori statali.

Mentre i governi sono sempre più consapevoli dei rischi e hanno lavorato per sviluppare protocolli efficaci per rispondere ai cyberattacchi, le aziende del settore energetico non fanno ancora abbastanza per proteggersi dai cyberattacchi e dalle violazioni dei dati. Justin Gerdes di Energymonitors scrive che, sebbene i budget per la sicurezza informatica siano in aumento nel settore energetico, l’argomento non è ancora una priorità strategica come in realtà dovrebbe essere.

Le conseguenze del cyberattacco di oggi contro i sistemi dell’Eni sembrano essere “minori”, ma la minaccia per l’industria energetica globale sembra solo crescere.


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