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Elezioni: qualche rapido ragionamento. Adesso viene il bello (o il difficile)

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Inutile che vi presenti le percentuali, che ricuramente conoscerete benissimo, con FdI sopra il 26% e il CDX con una larga maggioranza in parlamento, il PD al 19%, con una coralizione di sinistra doppiata che perde quasi ovunque, e la rinascita del M5s, mentre Calenda manca gli obiettivi e il fronte alternativo (tranne Vita in Alto Adige) manca completamente gli obiettivi:

  • Il PD dovrebbe andare all’opposizione politica. Enrico Letta ha fallito completamente la battaglia elettorale. Lui troppo presuntuoso e il PD troppo legato al potere per apparire credibile come partito popolare o populista. Scompare Di Maio, che non entra in parlamento, e con lui scompare il mito di una fetta di M5s “Di Governo” e di centrosinistra;
  • Draghi si è rivelato un “Asset negativo”, una minusvalenza politica, che ha zavorrato chi si è presentato con la famosa “Agenda Draghi”. Questo lo si vede con il PD e, soprattutto, con il mediocre risultato del duo Calenda e Renzi, che non sono ago della bilancia nel governo;
  • Il PD perde nel Paese, ma resta il Re nella burocrazia e nei posti di potere. Un fatto di cui chi vorrà governere deve tenere conto;
  • il M5s si conferma come terza forza con il 15%, soprattutto con un exploit al Sud più dipendente dal Reddito di cittadinanza (Campania e Sicilia occidentale). A Scampia fa il 60%, tanto per essere chiaro. Il M5s esiste solo se si presenta come alternativo al PD, il che creerà un discreto problema per il PD. Volendo fare un azzardato parallelo, ora l’Italia ha il suo Melenchon, che non può allearsi ai socialisti di governo e di potere, ma può al massimo assorbirli ponendoli in posizione secondaria. La prossima volta, se ci sarà una coalizione di sinistra, sarà a quida pentastellata con le altre forze di contorno, non viceversa;
  • A parte qualche exploit locale, il voto di protesta non ha premiato Italexit, ISP o le altre liste alternative, a mostrare che il successo sui social non corrisponde a quello alle urne. La protesta non ha motivato il 10% degli italiani ad andare a votare. Un mix di scarsa credibilità, divisioni interne e litigiosità ne hanno minato le basi. Se esiste lo spazio per una forza antisistema, non è in quello che è stato proposto ora;
  • Ora la palla passa nel campo del Centro Destra, che dovrebbe governare ricordando una antica massima: “Il mondo è fatto a scale, chi le scende e chi le sale”…

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