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Politica

Giappone: sconfitta per il governo Ishiba. Anche qui vincono i populisti

Il Partito Liberal Democratico del premier Ishiba perde la maggioranza in Giappone. Avanzano i partiti populisti in Senato, prefigurando uno stallo politico. Analisi e conseguenze.

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Secondo quanto riportato dagli exit poll e dai primi risultati preliminari, il Partito Liberal Democratico del primo ministro Shigeru Ishiba e il suo partner di coalizione, il Komeito, avrebbero perso la maggioranza alla Camera Alta, una sconfitta che potrebbe portare alle dimissioni di Ishiba o a una situazione di stallo politico in Parlamento.

I partiti populisti dell’opposizione, in particolare il Partito Democratico per il Popolo e il Sanseito, dovrebbero aumentare i propri seggi. La vittoria non vede un’affermazione dei socialdemocratici, l’opposizione di sinistra.

Le elezioni, che si sono tenute solo nove mesi dopo l’insediamento di Ishiba, sono state viste come una reprimenda al primo ministro e al LDP, che ha subito una doppia sconfitta nelle elezioni nazionali sotto la sua guida, dopo aver perso la maggioranza alla Camera bassa in ottobre.

Ishiba ha dichiarato che rimarrà in carica per ora,  dato che i negoziati sui dazi con gli Stati Uniti hanno la priorità rispetto alle lotte di potere interne. Tuttavia, una volta che la situazione si sarà stabilizzata, le pressioni per le dimissioni del primo ministro potrebbero intensificarsi. “Dobbiamo essere consapevoli delle responsabilità che, in quanto partito più grande, abbiamo nei confronti del Paese”, ha dichiarato il Primo Ministro.

La tv di stato  NHK ha definito la situazione “disastrosa” per il campo di governo. Secondo l’emittente televisiva, il LDP e il Komeito potrebbero ottenere complessivamente meno di 46 seggi, il risultato più basso dalla formazione della coalizione nel 1999, e comunque appare impossibile arrivi alla maggioranza di 63 seggi richiesta nella Camera alta.

Il segretario generale del LDP Hiroshi Moriyama ha definito le elezioni una “battaglia difficile”, aggiungendo che discuterà con Ishiba su come assumersi la responsabilità del risultato. Tuttavia, lasciando intendere che anche lui potrebbe rimanere al suo posto, Moriyama ha affermato che il partito di governo “deve adempiere alle proprie responsabilità”.

Secondo le proiezioni della NHK poco dopo la chiusura delle urne, la coalizione LDP-Komeito avrebbe ottenuto tra i 32 e i 53 seggi, rischiando di non raggiungere i 50 necessari per mantenere la maggioranza in Parlamento.

Il principale partito di opposizione, il Partito Democratico Costituzionale del Giappone (CDP), avrebbe invece ottenuto tra i 18 e i 30 seggi, in aumento rispetto ai 22 deputati che si ricandidavano.

Sohei Kamiya fondatore di Sanseito

Il DPP, partito populista di centrodestra, che aveva quattro parlamentari in corsa per la rielezione, avrebbe dovuto ottenere tra i 14 e i 21 seggi. Il segretario generale del DPP, Kazuya Shimba, ha dichiarato in un programma televisivo che il suo partito non entrerà a far parte della coalizione di governo, aggiungendo che nel prossimo futuro il LDP sarà probabilmente assorbito dalla politica interna, piuttosto che dall’espansione della coalizione.

Il partito populista-conservatore Sanseito, che aveva un solo parlamentare in corsa per la rielezione, ha sorpreso gli osservatori con un risultato che dovrebbe portarlo a conquistare tra i 15 e i 16 seggi alla Camera Alta. Il partito, che attualmente ha tre seggi alla Camera bassa, ha espresso la speranza di entrare a far parte di qualsiasi governo di coalizione dopo le prossime elezioni della Camera bassa.

Oltre alla struttura delle elezioni del Senato, più favorevole ai partiti minori o emergenti, gli osservatori ritengono che l’ascesa del Sanseito e del DPP  sia il risultato contemporaneo di una rivolta contro il LDP, partito di potere da troppo tempo e ritenuto non più all’altezza, ma anche dal confermarsi di una tendenza dell’elettorato a favorire partiti conservatori, che propugnano il ritorno ai valori tradizionali giapponesi.


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