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DRAGHI: un discorso di buon senso, quindi… non verrà ascoltato in Europa

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Uno dei temi del giorno è il discorso dell’ex governatore della BCE Mario Draghi. un discorso di buon senso, che una trentina di anni fa, quando ancora si studiava economia in modo serio, non sarebbe passato alla storia, ma che oggi, dove tutto è ridotto ad una stupida contabilità dell’euro, è quasi rivoluzionario. Questo va a merito di Draghi, ma  va anche a demerito di chi, in tanti anni di governo nazionale ed europeo, ci ha abituati a pensare che lo 0,1% del PIL di debito in meno valesse la vita dei primogeniti.

Cosa mi piace del discorso di Draghi?

Eccovi qualche estratto:

È probabile che le nostre regole europee non vengano riattivate per molto tempo e quando lo saranno certamente non lo saranno nella loro forma attuale. La ricerca di un senso di direzione richiede che una riflessione  e che questa riflessione inizi subito.Proprio perché oggi la politica economica è più pragmatica e i leader che la dirigono possono usare maggiore discrezionalità, occorre essere molto chiari sugli obiettivi che ci poniamo.

Ci sono voluti quasi trenta anni per capire che i vari parametri di Maastricht sono, con la loro rigidità che impedisce qualsiasi politica anticiclica, un clamoroso e totale errore. E pensare che basterebbe aggiungere  la disoccupazione fra gli elementi base nella guida delle politiche economiche, ma si è preferito far guidare tutta la politica economica dai soli criteri di debito ed inflazione, non riuscendo, in realtà, a fare nulla nè per il primo, che ha mostrato un andamento divergente nei vari paesi europei a seconda della risposta delle singole economie all’euro,

Ad esempio investimenti nel capitale umano, nelle infrastrutture cruciali per la produzione, nella ricerca e altri impieghi.  Se cioè sarà considerato “debito buono”. La sua sostenibilità verrà meno se invece verrà utilizzato per fini improduttivi, se sarà considerato “debito cattivo”. I bassi tassi di interesse non sono di per sé una garanzia di sostenibilità: la percezione della qualità del debito contratto è altrettanto importante. Quanto più questa percezione si deteriora tanto più incerto diviene il quadro di riferimento con effetti sull’occupazione, l’investimento e i consumi.

Il ritorno alla crescita, una crescita che rispetti l’ambiente e che non umili la persona, è divenuto un imperativo assoluto: perché le politiche economiche oggi perseguite siano sostenibili, per dare sicurezza di reddito specialmente ai più poveri, per rafforzare una coesione sociale resa fragile dalla pandemia e dalle difficoltà che l’uscita dalla recessione comporterà nei mesi a venire, per costruire un futuro di cui le nostre società oggi intravedono i contorni.

Si torna a parlare di investimenti, anche umani e di politica del reddito. Anche il reddito di cittadinanza doveva essere un investimento nel capitale umano, ma, in mano ai Cinque Stelle, è diventata solo l’ennesima prebenda. Investire in capitale umano richiede anche che ci sia qualcosa , o qualcuno, in cui investire. Da un lato richiede una scuola che non sia solo quella dei “Banchi autoscontro” del gender o del “tutti promossi”,m ma che insegni, sia severa, selettiva, nel senso che aiuti ciascuno a scegliere il suo giusto percorso nella vita, che inviti ad impegnarsi, non ad occupare. Investire in capitale umano significa anche essere coscienti che finchè si vive c’è speranza, bisogna  darla e bisogna aiutare le persone ad ottenerla, per cui i corsi di riqualificazione non sono solo un business per furbi sindacalisti e per qualche azienda.

Però cosa NON ci piace:

La protezione dell’ambiente, con la riconversione delle nostre industrie e dei nostri stili di vita, è considerata dal 75% delle persone nei 16 maggiori Paesi al primo posto nella risposta dei governi a quello che è il più grande disastro sanitario dei nostri tempi. La digitalizzazione, imposta dal cambiamento delle nostre abitudini di lavoro, accelerata dalla pandemia, è destinata a rimanere una caratteristica permanente delle nostre società. È divenuta necessità: si pensi che negli Stati Uniti la stima di uno spostamento permanente del lavoro dagli uffici alle abitazioni è oggi del 20% del totale dei giorni lavorati.

Non ci piace il far riferimento a questi sondaggi farlocchi e pre-creati, probabilmente Eurobarometer, che riescono sempre a far rispondere quello che vuole il sondaggista. Non ci piace questa speranza fideistica nella digitalizzazione, nel fatto che il lavoro da casa sia la risposta ad ogni necessità. Siamo sicuri? Quali remunerazioni sarà in grado di generare? quali incertezze crea? Non è un altro modo per distribuire dei sussidi, proprio quello che, nella prima parte, voleva evitare di distribuire? Nojn ci piace questa speranza  fideistica nell’Europa, come se le istituzioni europee fossero in gado di per se di dare le risposte giuste. Per ora hanno solo causato dei problemi.

Ma c’è anche una ragione morale che deve spingerci a questa scelta e a farlo bene: il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani. È nostro dovere far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre.

L’ex presidente della BCE sa benissimo che questa frase è una beneamata topica, anche perchè proprio la sua ex  banca di questo debito ne monetizzerà 1350 miliardi. Dato che lui sa benissimo come vanno le cose fra Banche Centrali e debito pubblico qui ha pagato omaggio ai soliti austeri, o al modo di pensare, sbagliato, comune in tante persone. Questo va in merito alle sue capacità politiche, non alla sua sincerità.

Certo, se uno pensa alla Azzolina, a Bonafede, alla Bellanova può pensare che un governo Draghi sarebbe un passo avanti. Per la verità, rispetto alla compagine attuale, lo sarebbe anche uno composto da persone estratte a caso dall’elenco telefonico. Il problema di un governo Draghi sarebbe la possibilità di non essere l’ennesimo governo tecnico, ma un governo che potesse contare su una vera, ed ampia, base politica. Questo richiederebbe o elezioni o una maggioranza che includesse la stragrande parte delle forze politiche. quanto il Deep State italiano, che sorregge l’attuale governo cariato, sarebbe disposto a lasciare il proprio potere?

Comunque ecco il discorso per intero.


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