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Economia

Giappone: l’addio di Ishiba è dietro l’angolo?

Il Primo Ministro giapponese Shigeru Ishiba pronto a dimettersi a fine agosto dopo la sconfitta elettorale. Si apre una complessa fase politica e la corsa alla leadership tra dazi, economia e nuove alleanze.

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Le indiscrezioni si fanno sempre più concrete: il Primo Ministro giapponese Shigeru Ishiba dovrebbe annunciare le sue dimissioni, che avranno effetto a fine agosto. La decisione, maturata dopo la recente perdita della maggioranza della coalizione Liberal Democratico-Komeito alle elezioni della Camera Alta, segna un momento di svolta per la politica nipponica.

Ishiba stesso avrebbe confidato ai suoi più stretti collaboratori di aver preso una risoluzione, sebbene avesse inizialmente citato le delicate negoziazioni commerciali con gli Stati Uniti come motivo per restare in carica. Proprio queste trattative, culminate in un accordo a sorpresa, sembrano aver esaurito la loro funzione di scudo politico.

Un percorso già scritto

La sconfitta elettorale ha innescato una profonda riflessione all’interno del partito di governo. Un vertice cruciale del Partito Liberal Democratico, che ha visto la partecipazione dei precedenti primi ministri Taro Aso, Yoshihide Suga e Fumio Kishida, durato oltre un’ora, avrebbe verosimilmente tracciato il percorso che porterà alle dimissioni di Ishiba. La sua missione sui dazi, considerata conclusa, e il risultato negativo alle urne hanno reso la sua posizione insostenibile.

Le sfide di agosto e la corsa alla leadership

Agosto si preannuncia un mese particolarmente impegnativo per il leader giapponese. Oltre agli impegni istituzionali che includono la commemorazione dell’80° anniversario dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, e l’anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale (15 agosto), il calendario prevede anche un’importante conferenza internazionale sullo sviluppo africano a Yokohama (20-22 agosto). È probabile che le dimissioni vengano formalizzate dopo la conclusione di questi eventi.

Successivamente, il Partito Liberal Democratico dovrà affrontare una corsa per la leadership interna, che si preannuncia tesa e ricca di manovre dietro le quinte tra i potenziali candidati. Il nuovo leader sarà poi chiamato a un voto parlamentare per la nomina a Primo Ministro. Tuttavia, la perdita della maggioranza in entrambe le Camere rende l’impresa ardua, poiché anche un nuovo capo del partito farà fatica a ottenere i voti necessari per governare stabilmente.

Le connessioni economiche e politiche

Il tema dei dazi e, in particolare, la riduzione di quelli sul riso, rappresenta un elemento economico cruciale. Se da un lato un calo dei prezzi del riso potrebbe essere visto come un beneficio per i consumatori, data la sua forte incidenza inflattiva in Giappone, dall’altro minaccia l’agricoltura tradizionale giapponese, un settore che gode di forte protezione e sensibilità politica.

Questa crisi post accordo sui dazi era nell’aria, tanto che, all’annuncio dell’accordo, sono auemtnati i rendimenti dei titoli giapponesi, apparentemente un controsenso, ma che indicava le attese di una nuova fase di instabilità.

Rendimento dei titoli decennali giapponesi

Lo scenario è ulteriormente complicato dalla disponibilità di altre forze politiche ad entrare in un governo, ma solo dopo nuove elezioni della Camera Bassa. Si parla anche della possibilità di un accordo con il principale partito di opposizione, il Partito Costituzionale Democratico, in una sorta di Grosse Koalitione in salsa orientale.

Questa fase significa che l’intero assetto politico giapponese è ora in discussione, in un momento di delicate congiunture economiche e sfide internazionali. Prima il partito di maggioranza relativa LDP dovrà decidere il proprio.


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