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Da Air a The Last Dance, l’antologia dei film su Micheal Jordan
Lo sport è fatto di racconti, aneddoti di imprese e gesta compiute sia a livello individuale che di squadra. Ogni disciplina sportiva ha avuto e ha i suoi protagonisti: campioni o campionissimi per qualche annata o stagione, leggende in taluni casi che, invece, hanno segnato lo sviluppo, la diffusione e la conoscenza di quel determinato sport o competizione. Come abbiamo appena detto, ci sono i campioni, ci sono le leggende e poi esiste una piccolissima cerchia di icone sportive, di semidei, in alcuni casi venerati come divinità. Sono uomini e donne, singoli e squadre che in qualche maniera (e quasi sempre fuori dagli schemi) hanno rivoluzionato complessivamente lo sport e non solo la propria disciplina di riferimento. Si tratta di sportivi, di atleti che attraverso la loro attività sul campo e fuori, attraverso il loro esempio, attraverso le fatiche delle loro carriere hanno portato la percezione della competizione sportiva a un altro livello.
In questa categoria rientra Michael Jeffrey Jordan, “… per acclamazione” così come recita la sua biografia sul sito ufficiale della NBA, “il più grande cestista di tutti i tempi”. Jordan è stato ed è probabilmente lo sportivo più popolare al mondo. Pochi altri possono vantare di aver avuto lo stesso impatto a livello mediatico, sociale, economico, tecnico, psicologico su quasi tutti i ceti della società moderna. Jordan non è stato semplicemente il più grande giocatore di pallacanestro con i suoi Chicago Bulls in NBA ma è stato anche colui che ha riscritto il modo di fare sport a livello professionistico. I campioni e le star della pallacanestro esistevano anche prima dell’arrivo di MJ sui parquet della NBA negli Stati Uniti, eppure oggi sono tutti concordi nel definire un basket (NBA e non) pre e post Jordan, come si può leggere ampiamente in tantissime analisi e discussioni presenti sul web e su Marathonbet blog, tra i migliori siti di informazione sportiva.
Anche per questa ragione sono stati tantissimi i personaggi del mondo della comunicazione (scrittori, sceneggiatori, registi, fotografi, designer) che negli anni hanno provato a raccontare la storia dell’uomo Michael Jordan, il suo amore per la pallacanestro, il suo fiuto per gli affari, i suoi successi e le sue cadute. E sì perché come tutti gli eroi dei tempi che furono, anche Michael Jordan non è stato esente da periodi bui, da clamorose cadute, da insuccessi che hanno minato il suo cammino verso la gloria eterna. In questo articolo proveremo a fare il punto sulle più importanti produzioni cinematografiche che hanno visto al centro la vita e le gesta del campionissimo di basket di tutti i tempi Michael Jordan.
Chi è Jordan
Jordan è nato nel febbraio del 1963 a New York, da Deloris e James Jordan. Cresciuto nella Carolina del Nord, a Wilmington, il giovane MJ si appassionò da subito agli sport, dedicandosi poco agli studi ma molto al basket, al baseball e al football americano. Ai tempi del liceo Jordan non era altissimo (per gli standard di un giocatore di pallacanestro dell’epoca), fattore che lo portò all’esclusione dalla prima squadra del liceo di Laney. Eppure Jordan era già fortissimo e tra i pari età faceva la differenza. Entrò tra i seniores della sua high school il quarto anno, portando così il liceo di Laney alle finali regionali. Non ancora maggiorenne, il nome di Michael Jordan era già sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori delle migliori squadre professionistiche americane. Ma il giovane MJ preferì accettare la borsa di studio propostagli da Dean Smith, all’epoca allenatore dell’Università della Carolina del Nord. Sotto la guida di coach Smith (e con le future stelle NBA James Worthy e Sam Perkins in squadra), Jordan, al suo primo anno di college, portò i Tar Heels in cima al mondo, vincendo il torneo NCAA. Di lì sarebbero arrivate altre vittorie e Jordan ottenne la definitiva consacrazione sulla scena internazionale. Nel 1984 arrivò la chiamata dalla NBA (al primo giro con il numero 3) e il matrimonio con la franchigia dei Chicago Bulls che nella guardia tiratrice di Wilmington intravide la possibilità di arrivare alla conquista dell’anello e di creare una dinastia. E così accadde.
Michael Jordan ha portato i Bulls a vincere sei volte il titolo NBA negli anni Novanta. A livello personale è stato nominato 5 volte MVP della stagione regolare, 10 volte nel quintetto dell’anno, per 10 volte ha vinto la classifica dei migliori marcatori (la sua media di 30,1 punti a partita è la più alta nella storia della NBA). Con la nazionale a stelle e strisce ha vinto due ori ai Giochi Olimpici, nel 1984 a quelle di Los Angeles e nel 1992 con il Dream Team a Barcellona. Nel corso della sua carriera da professionista ha dovuto lottare e battere leggende del calibro di Larry Bird e Magic Johnson, i Bad Boy di Detroit, gli Utah Jazz di Karl Malone e John Stockton.
I campionati NBA vinti da Jordan
- 1991 (Bulls – Lakers 4-1)
- 1992 (Bulls – Blazers 4-2)
- 1993 (Bulls – Suns 4-2)
- 1996 (Bulls – Sonics 4-2)
- 1997 (Bulls – Jazz 4-2)
- 1998 (Bulls – Jazz 4-2)
Tutti i migliori film sulla vita di Michael Jordan
Come accennato, il suo impatto con il mondo del basket professionistico è stato devastante, non solo in termini di risultati sportivi. A Jordan si deve anche il cambio di ruolo vissuto tra gli anni Ottanta e Novanta dallo sportivo professionista.
Air – La storia del grande salto
La stella dei Bulls prima di tutti aveva intuito di poter far fruttare la propria immagine di icona dello sport, oltre che sul campo anche a livello mediatico (e quindi economico), riuscendo laddove neanche il grande il Muhammad Ali era riuscito.
Nasce così l’accordo con la Nike, magistralmente raccontato nel film “Air – La storia del grande salto” di Ben Affleck, pellicola in cui si narrano le vicende che portarono alla creazione del brand Air Jordan e alla nascita di un’industria da centinaia di milioni di dollari di fatturato ogni anno. Pur incentrandosi sulla figura del giovane campione appena ingaggiato dai Bulls nel 1984, in “Air” Jordan non compare mai (se non alla fine del film), ma la sua presenza e il peso specifico del suo ruolo sono stati sapientemente sottolineati dal regista in ogni parte della pellicola.
Space Jam
Sempre in collaborazione con la Nike, nel 1996 Michael Jordan fu protagonista del film d’animazione targato Warner Bros “Space Jam”. La pellicola fu prodotta in un periodo molto particolare della vita del campione, ovvero nell’estate successiva al suo ritorno in campo dopo il primo ritiro. Jordan nell’ottobre del 1993, dopo aver vinto mesi prima il suo terzo anello di fila con i Bulls, si ritirò dal basket giocato, adducendo motivazioni personali alla clamorosa scelta. In realtà il personaggio pubblico Jordan stava diventando qualcosa di troppo ingestibile per l’uomo. A questo si aggiunga lo scandalo del gioco d’azzardo e l’omicidio del padre James (nel luglio dello stesso anno). La guardia dei Bulls disse addio ai propri compagni di squadra per provare la carriera nel baseball professionistico (senza successo), vecchio pallino del padre. Dopo un anno e mezzo di pausa di riflessione, l’amore per il basket fu talmente forte che Jordan decise di rimettersi le scarpette e guidare di nuovo i Bulls nel secondo three-peat (ovvero tre campionati vinti consecutivamente) in otto anni. Il film Space Jam celebra proprio questo momento.
The Last Dance
Ma la produzione cinematografica che meglio di altre ha saputo raccontare la vita di questo fuoriclasse è stata la serie tv prodotta da ESPN e Netflix e vincitrice di un Emmy “The Last Dance”. In questo docu-film di dieci episodi si ripercorrono tutte le tappe che portarono nel 1998 all’ultimo successo di Jordan e dei suoi in NBA. Un mix di emozioni e colpi di scena tutto da vedere in cui vengono messe a nudo tutti i pregi e soprattutto tutte le debolezze di colui che è stato il GOAT, ovvero il più grande di sempre.
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