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Crollano i ricoverati nel Regno Unito, aumentano in Italia. Gli errori si pagano

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Gli errori si pagano. Il Daily Mail inglese mette bene il dito sulla piaga di quanto fatto nel regno unito e non fatto in Itali, e pubblica un grafico impietoso che confronta il numero di ricoveri in 4 paesi, fra cui il nostro:

L’articolo mette bene in evidenza come poi i reparti di emergenza e di rianimazione degli ospedali britannici si stiano svuotando, con gran sollievo del personale. Ora l’obiettivo di tornare ad una vita normale entro giugno, come ha promesso Boris Johnson, sembra raggiungibile, anche se il paese è scosso da proteste di ben altra natura.

Perfino la Francia, che si è affidata ad un lockdown molto più blando del nostro, ha un andamento migliore, eppure l’Italia, almeno in teoria ha vaccinato di più. Peccato che lo abbia  male. Mentre nel Regno Unito si è vaccinato in fretta e partendo dalle fasce anziane, più deboli, oltre che dagli operatori sanitari, in Italia è partita la gara al “Lei non sa chi sono io”, all’amico dell’amico, a “Io sono essenziale” etc.

Per Gimbe solo il 15% degli ultraottantenni ha ricevuto la vaccinazione completa con due dosi. Per Il Sole 24 Ore solo il 50% nella stessa categoria ha ricevuto la stessa dose. Gli ultra settantenni non sono neppure pervenuti. Nel frattempo il 16% delle dosi è andato a chi non ne aveva diritto. 

In questa situazione la mortalità non poteva seguire l’andamento inglese. Capisco il fatto che non bisogna buttare via neppure una dose, ma è possibile che, con l’anagrafe, non si abbia un lista di persone settantenni da chiamare di riserva? Era proprio necessario vaccinare gli avvocati toscani, il personale amministrativo delle ASL o i quarantenni o meno appartenenti alle FFAA o FFOO che, magari, visti i casi di reazioni, non l’hanno fatto  neppure molto volentieri?

Gli errori si pagano e noi li stiamo pagando in morti. Naturalmente i responsabili di queste scelte, loro, non pagheranno mai.

 

 

 

 


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