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Economia

La Tempesta Perfetta sull’Acciaio Cinese: Crolla il Gigante che ha Dominato il Mondo

Il dominio dell’acciaio cinese è al capolinea. Crisi immobiliare, dazi globali e una nuova strategia di Pechino stanno facendo crollare il gigante. Scopri le previsioni.

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È iniziato il conto alla rovescia per la fine del dominio dell’acciaio cinese sul mercato interno e internazionale?

Alcuni rapporti sul settore siderurgico sembrano indicare proprio questo. Molti attribuiscono tale fenomeno a una serie di fattori, tra cui il cambiamento delle dinamiche della domanda di acciaio, la debolezza della domanda interna cinese, gli sforzi del Paese per passare alla produzione di acciaio verde e i dazi imposti da altre nazioni sulle esportazioni di acciaio a basso costo.

Goldman Sachs prevede un calo delle esportazioni di acciaio cinese

Un nuovo rapporto di Goldman Sachs afferma che l’impennata delle esportazioni cinesi di acciaio ha probabilmente raggiunto il massimo, con l’aumento delle barriere commerciali e il calo della produzione interna che ne rallentano lo slancio. Secondo una nota pubblicata dalla banca, le esportazioni cinesi di acciaio hanno raggiunto lo scorso anno il livello più alto degli ultimi nove anni, con 111 milioni di tonnellate (MT), ma dovrebbero diminuire del 3% nel 2025 e registrare un calo drastico fino a un terzo nel 2026. La banca ha osservato che il principale freno alle esportazioni è il numero crescente di indagini antidumping in tutto il mondo.

Nel frattempo, la produzione cinese di acciaio dovrebbe diminuire del 2% quest’anno e di un altro 3% nel 2026, portando la produzione totale a 946 milioni di tonnellate. Si tratta di oltre il 10% in meno rispetto al picco del 2020, quando Pechino ha iniziato a spingere per una riduzione della produzione. Nel complesso, il rapporto di Goldman coincide con quanto affermato da altri analisti sul settore siderurgico cinese dal 2023.

Immagine illustrativa

I futures sul minerale di ferro scivolano

In questo contesto, il prezzo del minerale di ferro, una materia prima fondamentale che ha resistito anche alle pressioni della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, mostra segni di instabilità. Ad esempio, il 23 maggio i futures sul minerale di ferro hanno registrato un calo, chiudendo una settimana di perdite causate dalla continua debolezza del settore immobiliare cinese.

Il contratto più negoziato a settembre sulla Borsa merci di Dalian è sceso dell’1,24% durante le contrattazioni diurne, attestandosi a circa 99,73 dollari USA (718 yuan) per tonnellata metrica. Nel frattempo, i futures di riferimento di giugno sulla Borsa di Singapore sono scesi dello 0,76% a 98,25 dollari a tonnellata, con un calo dell’1,81% nella settimana. All’apertura delle contrattazioni lunedì, l’andamento dei prezzi era pressoché identico.

L’industria siderurgica continua a risentire delle difficoltà del mercato immobiliare

Da un punto di vista interno, molte di queste questioni rimangono legate al mercato immobiliare in difficoltà del Paese. Un sondaggio Reuters suggerisce che il crollo del settore immobiliare cinese probabilmente persisterà per tutto l’anno, con i prezzi delle case che dovrebbero scendere di quasi il 5% nel 2025 e rimanere stabili fino al 2026.

Ciò è direttamente collegato a quanto sta accadendo nell’industria siderurgica orientata all’esportazione. Un rapporto pubblicato su Business Standard fa eco a quelli di Reuters e Goldman Sachs, affermando che, a meno che la Cina non abbandoni il suo attuale piano siderurgico e torni a rilanciare i settori dell’edilizia e delle infrastrutture, il consumo di acciaio in quel Paese continuerà a diminuire.

Alcune acciaierie hanno già ridotto la produzione di fronte a questa realtà. Nel 2024, le esportazioni hanno quasi raggiunto nuovi record, ma anche questo dato è ora frenato dai nuovi dazi sull’acciaio cinese a basso costo. Altri paesi hanno avviato indagini antidumping, con ben 25 inchieste di questo tipo avviate solo nel 2024.

Acciaio a bacchette

L’intero settore siderurgico cinese potrebbe cambiare

Secondo l’analista di Bloomberg Intelligence Michelle Leung, le esportazioni di acciaio della Cina potrebbero iniziare a registrare un calo visibile nel 2026. Allo stesso tempo, Goldman Sachs prevede che la quota dominante della Cina nella produzione di acciaio diminuirà gradualmente. Quest’ultima ha anche avvertito che l’aumento delle esportazioni indirette, ovvero l’acciaio incorporato in prodotti come elettrodomestici e macchinari, potrebbe ancora frenare la domanda sui mercati esteri.

Un altro rapporto della società di ricerca e dati Wood Mackenzie afferma che il settore siderurgico ha dovuto fare i conti con un eccesso di capacità di oltre 50 MT, che potrebbe salire a 250 MT nel prossimo decennio. Intitolato “China Steel in Its Post-Peak Era” (L’acciaio cinese nell’era post-picco), il rapporto parla di importanti cambiamenti nella dinamica della domanda di acciaio in Cina.

Si sostiene che la quota dell’edilizia nella domanda di acciaio scenderà dal 60% al 48% nei prossimi dieci anni. Si prevede inoltre che la domanda del settore immobiliare diminuirà dal 40% circa al 23% nel lungo termine. Nel frattempo, i settori della transizione energetica, tra cui l’energia eolica, l’energia solare e i veicoli elettrici, dovrebbero rappresentare il 10% della domanda di acciaio entro il 2030.

La nuova attenzione della Cina ai settori emergenti mette a rischio l’acciaio

Secondo un rapporto di Wood Mackenzie, la Cina sta spostando la sua attenzione dall’acciaio verso i settori emergenti per compensare il calo della domanda nelle industrie tradizionali. Come afferma un esperto citato nel rapporto, la domanda futura dovrebbe essere trainata dall’elettrificazione, dalla transizione energetica e dall’intelligenza artificiale, tutti settori che richiedono un consumo di acciaio notevolmente inferiore. Di conseguenza, si prevede che la domanda globale di acciaio scenderà a circa due terzi del picco raggiunto nel 2020 entro il 2050.


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