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Cosa Ford, Carter e Bush Senior possono insegnare a Trump. Le lezioni dei Presidenti non rieletti

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Dal 1960, con l’unica tragica eccezione di Kennedy, la rielezione di un presidente in carica è stata un affare piuttosto semplice. Questo gioco però non è riuscito a soli tre candidati già in carica presidenziale: Ford, Carter e George H Bush “Senior”. I loro flop possono insegnare qualcosa a Trump? . Cerchiamo di analizzare perchè fallirono nella loro missione.

LE ELEZIONI DEL 1976: GERAlD FORD. Ford 48%, Carter 50%.

Perchè perse? Prima di tutto Ford non era un presidente eletto, ma subentrò a Nixon costretto a dimettersi per lo scandalo Watergate. quindi il suo seguito precedente non era eccezionale. Inoltre l’amnistia concessa al suo predecessore non lo aiutò sicuramente. In economia fu colpito da un momento di rallentamento unito ad alta inflazione, che cercò di combattere con il movimento “Whip election now”, definito uno dei maggiori fiaschi comunicativi ed economici di tutti i tempi. In politica estera la sua immagine rimane legata a quella dell’elicottero che abbandonava Saigon prima dell’arrivo dei soldati del Vietnam del Nord…

Carter apparve come un “Outsider” e soprattutto come uno al di fuori dei giochi di Washington.  Tasso di approvazione ante elezioni 50%. Lezione per Trump: non apparire statico e troppo legato all’establishment. Non presentarsi con una foto di americani in fuga con un elicottero.

LE ELEZIONI DEL 1980: JIMMY CARTER

Anche il suo successore Jummy carter non fu riconfermato. Carter 41,7%  Raegan 51%.

Economicamente l’epoca carter fu disastrosa. PIL -0,3% nel suo periodo, inflazione a due cifre, disoccupazione al 7%. All’estero l’epoca carter rimane nella mente di tutti per la disastrosa gestione della rivoluzione iraniana culminata con l’assalto all’ambasciata USA di Teheran e la crisi degli ostaggi che ne seguì.

A completare il disastro ci fu anche il fallimento di Iron Claw, l’operazione di salvataggio degli ostaggi male organizzata e peggio eseguita, e quindi l’invasione sovietica dell’Afghanistan, con il boicottaggio delle olimpiadi di Mosca. Gli americani ebbero la sensazione di non avere più il controllo di nulla.

Nella campagna elettorale rimase nella mente di tutti la frase che disse, al termine del dibattito elettorale,. Ronald Raegan: “Pensate a quattro anni fa ed a ora: quando stavate meglio”?.  Il motto di Raegan nel 1980? “Let’s Make America Great Again”..

Insegnamento per Trump: gli americani perdonano una cattiva guerra, come fecero con  Johnson , ma non l’umiliazione.

LE ELEZIONI DEL 1992: GEORGE H.W. BUSH

Risultato: Bush 37%, Clinton 43%, Ross Perot 18%.

Bush pagò la crisi economica del 1992, che lo colse di sorpresa e che non riuscì a controbattere in modo adeguato. La sua politica estera fu di relativo successo, con la creazione della coalizione che supportò la riconquista del Kuwait nel 1991, a Clinton fu  molto abile nel metterla in secondo piano e nel rendere Bush quasi un vecchietto che ragionava con schemi del passato. Alla fine la campagna di Clinton fu la prima basata sull’immagine pura, sull’apparenza: il Vecchio Bush ed il giovane sassofonista Clinton. Inoltre Ross Perot portò via molti dei voti moderati che, in alternativa, sarebbero andati a Bush Senior.

Bush non fece neanche grossi errori nel dibattito pubblico: solo si guardò più volte l’orologio, apparendo così insicuro ed impaziente.

Insegnamento per Trump: l’immagine conta e bisogna sembrare sempre più giovani e vincenti dell’avversario.


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