Difesa
Contesa Cina Pakistan: al vertice della tensione la Cina tiene esercitazioni militari sull’Himalaya
La Cina tiene delle esercitazioni massive sull’Himalaya, nel mezzo delle tensioni fra India e Pakistan. Un suo modo per dire all’India di stare tranquilla

Dopo il lancio del missile pachistano Abdali la Cina ha iniziato una serie di esercitazioni militari sull’Himalaya, con un largo impiego di artiglieria, la cui finalità è quella di mostrare la propria preparazione ai confini dell’India, mostrando come Nuova delhi non debba preoccuparsi solo del Pakistan:
After Pakistan’s successful test fire of the Abdali missile, China carried out a significant military exercise at the foot of the Himalayas.
This comes as India announces they are hunting for the Kashmir “terrorists” in Sri Lanka, after they were somehow able to board a flight… https://t.co/MZa7XvrJoH pic.twitter.com/uqvDGlvWaQ
— 𝗖𝗢𝗠𝗠𝗔𝗡𝗗𝗘𝗟𝗘𝗩𝗘𝗡® (@commandeleven) May 3, 2025
La Cina ha anche inviato con rapidità armi al Pakistan fra cui i missili PL15. A questo punto non si può affermare che la Cina sia un paese completamente terzo nell’aspra contesa fra Islamabad e Nuova Delhi, che, altrimenti, sarebbe estremamente squilibrata.
L’analisi dei think tank globali indica che Pechino spende dal 40 al 90% in più di quanto annuncia formalmente nel suo bilancio della difesa, il che equivale a circa 330-450 miliardi di dollari di spesa totale per la difesa per il 2024. Con un bilancio simile un suo intervento, anche indiretto, rischia di essere decisivo.
Il principale interesse della Cina resta Taiwan e l’area del Mar Cinese, dove sta applicando un atteggiamento molto più attivo nei confronti degli stati rivieraschi. Recentemente si è riaccesa la diatriba del Giappone sulle Senkaku, mostrando un attivismo militare che inquita i vicini.
Negli ultimi anni, la Cina ha adottato un approccio più coercitivo per affrontare le controversie sulle caratteristiche marittime, sui diritti a potenziali ricchi giacimenti di petrolio e gas offshore e sulle zone di confine, compresa l’India. Il suo desiderio di un mondo bipolare e di un’Asia unipolare la spinge a rivolgersi all’India, soprattutto per cercare di metterla al suo posto e impedire che rappresenti una sfida alla sua egemonia.
Gli approcci attraverso l’Himalaya e nella zona di sicurezza marittima rimangono coercitivi. Le tensioni con l’India lungo la Linea di controllo effettiva (LAC) hanno provocato uno stallo tra le forze cinesi e indiane e scaramucce a metà del 2020 nella Valle di Galwan. Alla fine del 2022, le forze PLA e indiane hanno ingaggiato uno scontro non armato nei pressi di Tawang, lungo il settore orientale della LAC che separa il Tibet dallo Stato indiano dell’Arunachal Pradesh. Il tutto appoggiato dalla costruzione di strutture logistiche e villaggi militarizzati, gli Xiaokang, con la finalità di rendere semplice la presenza militare nell’area.
In questo quadro già complesso si è rinnovata la contesa fra Pakistan e India, in cui il primo paese è estremamente aperto agli investimenti e all’influenza cinese, nonostante i problemi di terrorismo interno che rende difficile la gestione della sicurezza. Per ora Pechino invita entrambe le parti alla calma, ma in caso di scontro diretto è chiaro quale sarà la sua posizione.
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