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Presidente Conte, dica no al MES (lettera aperta)

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Presidente Giuseppe Conte

Egregio Presidente Giuseppe Conte,

come abbiamo appreso dai resoconti della stampa, la concessione dei finanziamenti del MES avverrà senza condizionalità in entrata ovvero sarà fornita assistenza finanziaria ai paesi che ne faranno richiesta con la unica condizione che i fondi servano a coprire i costi diretti e indiretti del covid19, nel limite del 2% del PIL del Paese richiedente.

Tuttavia e questo crea non poche preoccupazioni, una volta terminata l’emergenza sanitaria il Paese richiedente dovrà rispettare le condizionalità previste dal trattato istitutivo del MES che comportano, nel caso dell’Italia, il rispetto di rigidi parametri, superando il nostro Paese il limite del 60% del rapporto tra debito/PIL. Il nostro Paese sarà quindi sottoposto ai rigidi limiti imposti dal memorandum of understanding.

Nell’erogazione dei prestiti agli Stati il MES, come si legge chiaramente sul sito del Meccanismo europeo di stabilità, adotta un approccio definito “denaro in cambio di riforme” (cash-for-reforms approach).

Gli Stati ricevono prestiti in cambio di riforme economiche, chiamate “condizionalità“.

Un protocollo d’intesa (Memorandum of Understanding o MoU) illustra in dettaglio le riforme e gli adeguamenti che lo Stato che riceve il prestito dovrà attuare.

È possibile un MES senza condizionalità?

Su questo punto, in attesa di eventuali modifiche introdotte dagli Stati membri del MES alla luce dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19, la posizione riportata sul sito del Fondo salva Stati è netta:

«I prestiti del MES sono sempre legati a condizionalità. Le condizioni di politica economica sono stabilite nel protocollo d’intesa che il Paese aderente al programma sottoscrive. Il Paese e la Commissione europea a nome del MES negoziano il protocollo d’intesa».

Presidente Conte, quali sono le condizionalità legate ai prestiti del MES?

Anche in questo caso riporto quanto indicato sul sito ufficiale del Meccanismo europeo di Stabilità:

Le condizioni sono in genere riforme specifiche, che possono eliminare o ridurre i punti deboli nell’economia del Paese beneficiario.

Queste riforme si concentrano normalmente su tre aree:

Consolidamento fiscale: misure per tagliare la spesa pubblica, riducendo i costi della pubblica amministrazione e migliorandone l’efficienza, e per aumentare le entrate attraverso privatizzazioni o riforme fiscali;
Riforme strutturali: misure per stimolare la crescita potenziale, creare posti di lavoro e migliorare la competitività;
Riforme del settore finanziario: misure per rafforzare la vigilanza bancaria o ricapitalizzare le banche.


Da quanto detto si evince che il MES senza condizionalità non esiste.

Semplicemente dette condizionalità saranno spostate in avanti alla fine dell’emergenza sanitaria.
Un motivo per spingermi a chiederle di non sottoscrivere alcuna richiesta al MES per ricevere dei finanziamenti a un tasso che certamente sarebbe più basso di quello di mercato, ma che ci costringerebbe a tagli draconiani alla spesa pubblica.
Il finanziamento massimo erogabile dal MES sarebbe inoltre pari al 2% del nostro PIL ovvero 36 miliardi, cifra assolutamente insufficiente ad affrontare la emergenza economica creatasi.

Sarebbe molto meglio finanziare il nuovo debito pubblico con strumenti che ci permettano di evitare le trappole e i cappi che ci vorrebbe imporre l’Unione Europea, pesantemente condizionata dai veti dei paesi del Nord ad attuare una vera solidarietà a favore dei paesi del mezzogiorno europeo.
Recentemente ho avuto modo di presentare una proposta che potrebbe essere, a mio parere, di grande utilità per superare la inevitabile difficoltà che incontreremo a finanziare il nostro crescente debito pubblico.

Una delle grandi risorse dell’Italia è il patrimonio delle nostre famiglie, uno dei più grandi al mondo, pari a oltre cinque volte il nostro PIL.


Una proposta per risollevare l’Italia

Le presento quindi la proposta di creare un deposito vincolato famigliare presso la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) .
Ogni famiglia italiana dovrebbe sottoscrivere un deposito pari al 4% del proprio patrimonio mobiliare netto, pari in totale a 4374 miliardi di euro (dati fine 2017).

Il deposito avrebbe le seguenti caratteristiche:

1) durata : 50 anni (2020-2070);
2) forma: deposito vincolato remunerato denominato Deposito famigliare Salviamo l’Italia;
3) remunerazione composta da:
a) interesse fisso del 1,125% lordo pari all’ 1% netto per il periodo 2020-2070;
b) interesse variabile pari al 50% dell’inflazione rilevata per ciascun anno di riferimento nel periodo 2035-2070.
Il deposito è nominale e intransferibile.

Con il deposito lo Stato italiano potrebbe raccogliere dalle famiglie 172 miliardi di euro circa pari a 10% del PIL.
Una quantità di risorse che ci permetterebbe di prescindere dagli aiuti del Mes.

Liberiamoci una volta per tutte dal cappio europeo, inutile e soffocante e mettiamo all’angolo chi da anni invoca rigore e tagli per rispettare assurdi parametri di bilancio.
Diamo tutti il nostro piccolo contributo e risolleviamo una volta per tutte la nostra bella Italia.

Francesco Celotto
consulente finanziario, ex vicepresidente Associazione Soci Banche Popolari.


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