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Cina: il colosso del maiale alleva 21 milioni di suini, ma ha anche 12 miliardi d’euro di debiti

La produzione di carne di maiale ha visto la nascita di un colosso, Muyuan, ma anche una crescita nel debito. La fluttuazione dei prezzi può portare a una crisi prospettica del debito e un eccesso di offerta che si può riversare all’estero

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Maiali cinesi
Maiali cinesi

I problemi finanziari nel grande mercato cinese possono non interessare solo i giganti immobiliari, ma allargarsi anche ad altre società che producono beni di largo consumo dai prezzi fluttuanti.

Muyuan Foodstuffs, il più grande produttore di carne suina della Cina, è una società che gioisce nella capacità di fare debito, tanto da celebrare la sua capacità di ottenere risorse con 30 comunicati in un solo giorno, come riporta Jemian. Un po’ troppo per non farsi notare. 

La crescita di questo colosso cinese del settore alimentare è, come altre, basata sul debito, tanto debito, ma di interessante ha il fatto che questi soldi hanno anche finanziato qualche eccentricità

Muyuan ha dichiarato di aver ottenuto oltre 100 miliardi di yuan, 12 miliardi di euro, di prestiti per garantire la liquidità. È una storia familiare in tutti i settori, dove il debito facile ha fatto crescere un’offerta che supera la domanda. L’attuale eccesso di offerta di carne di maiale è l’ovvio risultato di un’espansione eccessiva. Muyuan non è ancora una società in grave difficoltà, come Evergrande, ma il cammino semnra lo stesso.

Un imprenditore energico, ma anche eccentrico

L’industria cinese della carne di maiale, con i suoi continui alti e bassi, non è per i deboli di mente e il fondatore di Muyuan, QIN Yinglin, 57 anni, è noto per essere uno che corre dei rischi. All’inizio degli anni ’90 ha lasciato il suo lavoro stabile per avviare un allevamento di maiali con la moglie, ha resistito a una crisi dopo l’altra e ha costruito un impero che è stato quotato in borsa a Shenzhen nel 2014. Nel quartier generale di Muyuan, Qin ha collocato una statua gigante di maiale proprio accanto a una bizzarra e inspiegabile replica della Piramide del Louvre. Qin guida regolarmente i dipendenti a rendere omaggio alle divinità dell’allevamento di maiali.

 

La Piramide del Louvre in Cina, all’antrata della Muyuan

Nonostante la storia un po’ avvincente, Muyuan era un allevatore di maiali come tanti fino a quando l’influenza suina non ha ucciso quasi la metà del patrimonio zootecnico cinese. Muyuan ha evitato grandi epidemie nelle sue strutture e ha realizzato enormi profitti, essendo l’unico in grado di offrire adeguate quantità di maiale. Due anni fa è riuscita ad aprire un allevamento di maiali all’avanguardia da 5 miliardi di yuan. Muyuan alleva 60 milioni di maiali all’anno, circa il 10% del totale della Cina e più dei suoi quattro concorrenti più vicini messi insieme.

Con un patrimonio personale stimato di 185 miliardi di yuan (25,9 miliardi di dollari), superiore a quello del fondatore di Alibaba Jack Ma, Qin è l’ottava persona più ricca della Cina.

La carne di maiale, un settore instabile

L’industria cinese dei maiali è perennemente afflitta da cicli di carenza e sovrapproduzione. Se le piccole aziende agricole, che costituiscono la maggior parte dei produttori, sono le principali vittime, le grandi aziende non sono immuni. Negli anni immediatamente successivi all’influenza suina si è assistito a un’ondata di nuovi ingressi, consolidamenti ed espansioni, alimentati da ingenti sussidi per ricostituire le scorte di maiali e prevenire un’altra carenza che avrebbe causato inflazione. Persino il gigante dell’energia PetroChina e l’immobiliarista Wanda hanno accarezzato l’idea di allevare maiali.

Muyuan ha quindi deciso  di crescere a un livello tale da non essere più confrontabile concorrenzialmente, investendo anche moltissimo in automazione.  Dal 2018 al 2021, il capitale fisso di Muyuan è passato da 13 miliardi di yuan a 99 miliardi, Ora il suo maggior allevamento è in grado di ospitare 21 milioni di maiali all’anno. Il mangime è talmente tanto che viene gestito tramite tubature, per vitare che il traffico di camion, 100 al giorno, blocchi l’autostrada vicina.

Un ciclo di Boom e Crash

Però questa situazzione di alti prezzi della carne di maiale non poteva durare a lungo. Il paese è tornato molto rapidamente ai livelli precedenti all’influenza suina e i prezzi sono crollati al di sotto del costo, circa un terzo del picco del 2019.

Tra il 2018 e il 2021, Muyuan ha realizzato 41 miliardi di yuan di profitti. Ma nello stesso periodo il debito è cresciuto fino a superare i 1.000 miliardi di yuan, circa il 61% delle attività totali. Nel 2021, i profitti sono scesi del 75%. Nel novembre 2021, oltre 17 milioni di yuan di fatture erano scadute e le finanze si sono ulteriormente deteriorate nei due anni successivi.

Il rapporto debito/attività di Muyuan, pari al 60%, è inferiore alla media del settore, ma circa l’80% è in scadenza quest’anno. I prestiti a breve termine sono raddoppiati nei primi tre trimestri del 2023.

Un imprenditore un po’ più lucido degli immobiliaristi, ma sarà abbastanza?

In genere, le aziende tagliano la produzione durante i periodi di eccedenza e Qin l’ha fatto in modo abile . Fino a poco tempo fa, la maggior parte dei produttori di carne suina aspettava che fossero i loro concorrenti a fare la prima mossa. Dato l’aumento del debito e la diminuzione della liquidità, Muyuan ha rivisto al ribasso le previsioni di produzione e ha ridotto gli investimenti.

La spesa in conto capitale è destinata a scendere al di sotto dei livelli del 2022. Una nuova sede è in attesa , ma la sua realizzazione è stata fermata, e l’aggressiva assunzione di dirigenti che ha caratterizzato l’espansione tra il 2019 e il 2020 si è praticamente interrotta.

A Qin va comunque riconosciuto il merito di aver insistito sulla riduzione dei costi attraverso la tecnologia. Gli allevamenti altamente automatizzati dell’azienda frenano la diffusione delle malattie e ottimizzano la crescita dei maiali. La società ha anche introdotto un nuovo  regime alimentare da quando la guerra tra Russia e Ucraina ha fatto impennare i prezzi dei mangimi a base di soia.

Muyuan ha i costi più bassi tra tutti i produttori nazionali di carne suina. Nel regime di alta concentrazione e bassi margini in cui l’industria della carne suina sta entrando rapidamente, non è una posizione negativa, ma se l’eccesso di produzione dovesse continuare e i prezzi a calare, allora anche questo colosso del maiale si troverebbe in difficoltà. A quel punto lo sfogo diventerebbero i mercati internazionali e avremmo anche il dumping del maiale!


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