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Cina: diversi ministeri vietano l’uso degli iPhone Apple

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Secondo quanto riferito da diverse persone a conoscenza della questione, un certo numero di ministeri cinesi ha intimato ai propri dipendenti di non utilizzare più gli iPhone di Apple sul posto di lavoro, adducendo rischi per la sicurezza nazionale in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti.

Gli ordini sono stati impartiti ad agosto ai dipendenti dei ministeri che si occupano di investimenti, commercio e affari internazionali, secondo quanto riferito da diverse fonti ben informate.

Secondo le fonti, le misure erano volte a eliminare i rischi per la sicurezza nazionale derivanti dall’uso di dispositivi di telecomunicazione prodotti da un’azienda statunitense.

Si ritiene che un divieto simile sia in vigore da anni per alcuni enti governativi, ma l’ultimo ordine ha ampliato tale divieto.

I dipendenti di questi ministeri hanno tempo fino alla fine del mese di settembre 2023 per passare ad altre marche di telefoni per uso lavorativo, ha dichiarato una fonte.

Il South China Morning Post ha appreso che le restrizioni sull’uso dei telefoni non sono state imposte a tutti i ministeri.
Secondo le fonti, l’ordine riguarda solo l’iPhone, progettato in California, e non coinvolge altri smartphone di marche straniere.

L’iPhone di Apple è anche l’unico smartphone di produzione straniera con una quota di mercato dominante in Cina, secondo gli ultimi dati dell’istituto di ricerca Counterpoint Research. Secondo i dati, l’iPhone detiene il 17,2% del mercato cinese, lo stesso del produttore cinese Oppo e solo leggermente dietro al cinese Vivo.

Divieti simili sono stati imposti da Washington e dai suoi alleati sui dispositivi di telecomunicazione cinesi. L’amministrazione Biden ha vietato le apparecchiature elettroniche dei giganti tecnologici cinesi Huawei e ZTE dal novembre 2021 allo scopo di “proteggere il popolo americano dalle minacce alla sicurezza nazionale che coinvolgono le telecomunicazioni”.

Da novembre, molti Paesi occidentali hanno deciso di bandire TikTok, di proprietà del gigante tecnologico cinese ByteDance, dai dispositivi governativi federali per il timore che i dati degli utenti americani possano essere consegnati al governo cinese se Pechino costringesse l’azienda a farlo.

La mossa di Pechino per l’iPhone, che non è stata resa pubblica, arriva nel contesto di crescenti controversie con Washington su commercio, tecnologia e spionaggio. Una nuova legge anti-spionaggio, entrata in vigore a luglio, vieta gli attacchi informatici contro il governo per ottenere dati e informazioni “relativi alla sicurezza e agli interessi nazionali” senza autorizzazione.

Inoltre, dal 2017 la legislazione sulla cybersicurezza impone alle aziende straniere di conservare i dati degli utenti all’interno del Paese, lasciando a queste imprese l’unica possibilità di adeguarsi se vogliono mantenere l’accesso al gigantesco mercato dei consumatori cinese.

La mossa comunque può essere intesa come una ritorsione contro le sanzioni tecnologiche applicate da Washington sull’export dei microchip.

 


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