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Ci sono 19 miliardi per ASPI ed i Benetton e non per le bollette degli italiani. cosa bisogna poi fare secondo Rinaldi

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Il Governo non vuole fare più deficit per aiutare ad alleviare , almeno in questa fase, le enormi bollette energetiche che gli italiani, privati e aziende , stanno affrontando. Talmente alte che da un lato mandano in malora le famiglie, dall’altro rischiano di far saltare interi settori industriali, dal siderurgico, a quel poco chimico che è rimasto, alla ceramica.

Draghi non vuole fare deficit, ma, come notano alcuni, se non ha trovato più di pochi miliardi per le bollette, chissà come mai ne ha trovati 19 per l’acquisizione a pagamento di ASPI dai Benetton. Per quel caso  lo Stato ha stanziato con spesa pubblica ben 19 miliardi tra l’acquisizione della Società Autostrade (8 miliardi) ed i debiti accumulati dai precedenti gestori, facendo finire direttamente nelle tasche della famiglia Benetton ben 2,4 miliardi. Altraeconomia, sito di informazione economica, ricordava che  che con un investimento complessivo di 100.000 euro, Atlantia ha realizzato utili per quasi 22.000.000.000 di euro nel lungo periodo 2003 -20. Non male , vero?

Quindi ci sono figli di Draghi e figliastri. Eppure qualcosa bisogna mettere in moto, che non sia solo una piccola toppa attuale, qualcosa di più stabile. Antonio Maria Rinaldi ha affermato, su questo tema: “Se ci saranno aiuti
concreti sul caro bollette e’ proprio grazie all’azione della Lega e di Matteo Salvini, che per primo ha posto l’attenzione sulla situazione sempre piu’ insostenibile per imprese, lavoratori e famiglie. Bene le decisioni del Cdm, ma l’azione non deve fermarsi qui: ora e’ necessario programmare un maggiore sfruttamento di giacimenti di gas gia’ esistenti in Italia, potenziare le fonti alternative e ripensare irrealistici piani Ue frutto dell’ideologia Green che colpiscono ulteriormente i settori produttivi, anziche’ migliorare la situazione. Il pressing della Lega proseguira’ in Italia e in Europa“. Perché la crisi non è russa, ma europea, e deriva da politiche energetiche massimaliste ed irreali. Bisogna tornare coi piedi per terra e fornire all’Italia energia abbondante e con costi competitivi.

 


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