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Caro prof. Zingales: per la morte e il default è meglio aspettare!

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Zingales come decine di altri economisti nel 2012 prevedevano che il Giappone avrebbe fatto default entro 3 anni. Il loro ragionamento era banale, se la Grecia con un Debito/PIL del 170% stava collassando, cosa sarebbe successo al Giappone che allora aveva già un debito/PIL attorno al 230% e un deficit statale del 10%,.  Famoso il suo all’articolo apparso sul sole 24 del 6 novembre 2012 “Se Tokyo sembra Atene” nel quale il Prof. Zingales (che peraltro stimo quando parla di meritocrazia, concorrenza e lotta alla burocrazia) vaticinava il fallimento entro tre anni (sic!). Articolo ripreso da Scenari Economici.

E allora, ci spieghi il prof. Zingales come mai oggi i tassi dei bond (i nostri BTP) Giapponesi a 10 anni sono sottozero?

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Non mi risulta che in un paese in via di fallimento i risparmiatori paghino per comprare Bond decennali.

La realtà è che abbiamo avuto economisti ed editorialisti che si sono permessi di fare previsioni basate sul nulla. Peccato che se fossero stati commentatori di calcio non sarebbe successo nulla, ma purtroppo hanno orientato milioni di persone e politici ignoranti a fare scelte disastrose.

In realtà caro Prof Zingales non c’è contrapposizione tra Keynes e l’essere liberali!


L’uso intelligente degli strumenti finanziari e monetari  possono fare la differenza tra recessione o crescita: Keynes “in the long run we’re all dead”

La finanza nel breve periodo (quando breve vuol dire anche molti anni) può fare la differenza e ribaltare la situazione dell’economia reale. E’ necessario che chi governa la UE comprenda a fondo la finanza, comprenda come utilizzarla e ne usi tutti gli strumenti. Esattamente come stanno facendo Stati Uniti, Inghilterra e Giappone che usano le loro Banche Centrali (FED, BOE e BOJ) per monetizzare una parte del loro debito pubblico e per abbassare il costo degli interessi sul debito.

Va compresa la differenza profonda tra l’uso di strumenti di politica monetaria e l’impostazione delle politiche economiche. Va superata la contrapposizione tra politiche monetarie (e quelle keynesiane in particolare) e le politiche di gestione dell’economia in regime di concorrenza attraverso azioni che si rifanno ai principi liberali.

La gestione della moneta è uno strumento tecnico che può creare (nel breve) risorse, l’uso delle risorse all’interno di uno stato o in una unione di stati può essere fatta applicando politiche liberali. I due concetti possono coincidere e di fatto oggi coesistono nella maggioranza dei grandi paesi occidentali. Comprendere questo concetto è fondamentale per riavviare l’economia UE.

A chi come Zingales o Monti prevedeva il default del Giappone si può rispondere in due modi:

con una battuta di Keynes “nel futuro siamo tutti morti” che sembra banale ma è di una saggezza infinita (la spiego più avanti).

con un po’ di dati: (semplifico i valori per farmi capire):

–      debito italiano 2000 mld, tasso interesse sul debito 4%,spesa dello stato italiano per interessi circa 80 mld all’anno

–      debito Giapponese 7500 mld (in euro e calcolato sommariamente) tasso di interesse 0.8%. Spesa dello stato giapponese per interessi 60 mld all’anno.

Da qui una prima risposta su cosa è veramente la finanza:

  • la finanza è astratta, basata sulla psicologia che influisce sugli speculatori/investitori, ma alla fine diventa concreta, concretissima, perché se gli Italiani devono pagare 80 MLD l’anno e i Giapponesi su un debito che in termini assoluti è 3 volte e mezzo il nostro pagano 60 MLD vuol dire che poi gli Italiani devono usare il loro saldo primario per pagare interessi mentre i Giapponesi invece non solo non si preoccupano del saldo primario, ma usano la stragrande maggioranza della loro moneta per stimolare investimenti.

Alla fine loro continuano ad usare la finanza per creare benefici concreti al loro paese, mentre noi ci facciamo depredare dalla finanza ed ogni anno ci impoveriamo in termini reali, (più tasse, meno servizi, chiusura di aziende, mancata realizzazione di infrastrutture).

L’Italia da molti anni ha il saldo primario in attivo, vuol dire che lo stato spende meno di quanto incassa prima degli interessi passivi.  Il saldo primario dell’Italia, a parte il 2009 è sempre stato positivo. Eppure, pur essendo stati virtuosi siamo vicini al baratro. Domandiamoci il perché?

la creazione di moneta da parte delle Banche Centrali (Zingales nel famoso articolo del 2012 parlava giustamente della monetizzazione del debito giapponese e ne comprendeva le dinamiche ma non ne traeva le conseguenze)Ergo, per capire la finanza, bisogna comprendere che, se attraverso:

  1. l’equilibrio della propria moneta (tasso di cambio) da parte della banca centrale
  2. la difesa dei propri bond da parte della Banca Centrale con dissuasione della cosiddetta speculazione ad attaccarli
  3. la difesa del settore bancario Italiano e dei risparmi dei cittadini (vedi assurdità del Bail In)
  4. il conseguente mantenimento di tassi di interesse bassi o bassissimi e quindi la ridotta spesa dello stato per interessi.

Se attraverso tutto ciò, si mantiene basso il costo del debito, e d’altra parte si favorisce lo sviluppo dell’economia reale indirizzando le risorse risparmiate verso una gestione virtuosa dell’economia (qui applichiamo i principi liberali), ecco che la finanza, così astratta, così maledettamente incomprensibile, trasforma qualcosa di astratto in qualcosa di reale e concreto.

Questo accade per singole imprese, per settori finanziari, per stati e per sistemi di stati. Qualcuno lo capisce e la maggioranza no! Anche solo il fatto di spostare in avanti di molti anni il default e di permettere per molti anni di fare investimenti, invece che di dissanguare tutti con le tasse, anche solo questo è un vantaggio competitivo immenso. Poi il tempo che una finanza positiva permette di guadagnare deve essere usato bene. Va utilizzato per migliorare la competitività, ridurre i perimetro del sistema pubblico, creare meritocrazia e ridurre drasticamente la burocrazia. In altre parole si deve usare il tempo per ricreare sviluppo utilizzando gli strumenti dell’economia liberale. Ecco perché è necessario superare la contrapposizione e trovare una sintesi tra l’uso della moneta e le politiche liberali.

Tutto qui: nel tempo la finanza ha consentito al Giappone di pagare pochissimi interessi e di trasferire invece le risorse su investimenti reali. Se riesce a fare questo per un periodo sufficiente e se gli investimenti reali si dimostrano corretti, il Giappone c’è la può fare e la finanza farà il suo miracolo. Noi invece, prigionieri della nostra incapacità di vedere una finanza positiva, prigionieri di una UE che parla solo di sacrifici che poi richiamano altre vessazioni, in un sistema che si avvita su se stesso, non ci proveremo nemmeno a far decollare l’Italia, andando direttamente nell’abisso, sprofondati dalla nostra incapacità di usare la finanza in modo intelligente e ingabbiati in un sistema UE rigido e senza flessibilità (questo si illiberale).

Ecco perché Keynes diceva che “nel futuro siamo tutti morti”. La finanza può aiutare a prendere tempo e ad avere le risorse per investire, e poi, se applichiamo le politiche giuste, riavviare lo sviluppo. Se invece si usa la finanza solo per farsi succhiare il sangue e per accelerare la dipartita la si usa in maniera assurda, come ci chiede una Eurocrazia che crede che, se noi ogni anno paghiamo 80 miliardi di interessi e per farlo aumentiamo ogni anno le tasse di 50 Mld, ci salviamo. Poveri noi.

Per tradurre ancora meglio la frase di Keynes e farla capire dobbiamo traslarla alla vita di tutti i giorni: se anche sappiamo che “nel futuro siamo tutti morti” non per questo smettiamo di creare ospedali, fare ricerca, provare a fare tutte le cure per procrastinare il più possibile il momento della dipartita.

La monetizzazione del debito che in questo momento stanno facendo i tre grandi stati (USA, GB e Giappone, che, tra l’altro, hanno economie liberali) serve a prendere tempo, stabilizzare la finanza, ridurre il costo complessivo del debito per permettere la ripresa dello sviluppo e quindi per garantire la riduzione del rapporto debito/PIL. Farlo solo attraverso tasse e tagli è impossibile ed è lo stesso Zingales che lo spiegava . Non ci sono alternative.

La frase “Il Giappone oggi sembra a posto, ma in tre anni farà default” è stata smentita dai fatti.   Loro in questi anni hanno vissuto meglio, e usato le risorse che non hanno pagato alle banche per interessi, per fare investimenti, in futuro si vedrà!

Per la morte e il default è meglio aspettare!

Primo Gonzaga

Blog:  http://crearesviluppo.blogspot.it/


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