Attualità
Bud Light tenta un’inversione a 180 gradi della comunicazione, ma il boicottaggio continua
Bud Light tenta un’inversione della comunicazione a 180 gradi, dopo aver scelto come il trans Dylan Mulvaney come testimonial. Un prodotto che da sempre di rivolgeva ai “Colletti blu” ed all’America proletaria, ha deciso, per volontà di una giovane Vicepresidente senza nessuna vera esperienza, di essere più “Inclusiva” prendendo un trans, che tra l’altro caricaturizza tutto il sesso femminile, come testimonial. Una presa di posizione che ha fatto infuriare i consumatori abituali, facendo partire un boicottaggio durissimo e facendo perdere 6 miliardi di capitalizzazione alla casa madre, la AB Inbev
Ai piani alti della società qualcuno si è reso conto del clamoroso errore fatto e, come abbiamo detto prima, ha tentato un’inversione di rotta clamorosa, proponendo uno spot che è tutto virilità, amicizia e valori americani. Lo potete vedere in questo tweet
Bud, dopo il flop della partnership con la transgender Dylan Mulvaney, lancia uno spot che è un inno a quell’America classica e rurale tanto odiata dai woke.
Una marcia indietro che entrerà nei manuali del marketing, a dimostrazione che il consumatore conta ancora qualcosa. pic.twitter.com/eFdVBGf19w— Leonardo Panetta (@LeonardoPanetta) April 17, 2023
Un nobile tentativo per riconquistare i consumatori che, come nota Panetta, alla fine sono i veri re delle aziende. Senza i clienti si avvera il famoso detto USA “Get woke, go broke”, “Diventi inclusivo e poi fallisci”.
Peccato che ormai i consumatori si siano svegliati e il boicottaggio sembra continuare. Anzi, perfino sono partiti video di parodia del nuovo spot della Bud Light
Questo caso mostra come ormai ci sia una profonda rottura fra l’America vera, quella dei rudi lavoratori e lavoratrici, quella che manda avanti la nazione, e un nucleo di laureati ideologicizzati che pensa di mare la morale a tutto il paese.
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