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BORGHI, COTTARELLI E LA CANCELLAZIONE DEL DEBITO DELLE BANCHE CENTRALI. Meglio il default alla greca o l’uscita dall’Euro?

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La Commissione alla Camera è forse l’unico posto dove, finchè ci sarà Borghi, si riesce a fare un po’ di vera informazione economica in Italia, dove ormai le TV sono  diventate una specie di “Pravda” di epoca sovietica, senza il contraltare però del New York Times o del Thames.

In questo caso si parla di cancellazione del debito da parte della banca centrale, tema che sembrava tabù totale fino ad un anno fa, ma che ora però è   diventato qualcosa di possibile e realistico a fronte della crisi attuale. Quindi Borghi chiede cosa ne pensi Cottarelli, e cosa ne pensi della sentenza della Corte Costituzione di Karlsruhe, che, potenzialmente, può bloccare l’azione della BuBa e metterci di fronte al bivio fra Default alla greca ed uscita dall’Euro.

Cottarelli risponde con due luoghi comuni. Il primo è il timore dell’inflazione fantasma che non si vede da trent’anni e che, sinceramente, non è neppure all’orizzonte in questa crisi economica. Il suo timore è che, di fronte ad una spinta inflattiva, la Banca Centrale debba vendere i titoli di stato italiani che, secondo lui, sul mercato non reggerebbero. La cura la trova perfino lui: la reintroduzione eventuale della riserva obbligatoria nel settore creditizio che, nel caso di aumento inflattivo, ridurrebbe la massa di denaro in circolazione.

IN quanto al default il problema è il tasso di crescita del debito PIL come scarso tasso di crescita. Cottarelli chiama il Signor De La Palisse a rinforzo, affermando che se il debito (da leggersi debito/PIL) calasse del 3% all’anno per la crescita economica, allora le possibilità di una crisi si dimezzerebbero. Bella forza!!  Che crisi può esserci con una crescita del 3%? Naturalmente questo miracolo economico è da raggiungere con le “Riforme”, queste stimmate miracolose dell’economia offertista. Peccato che tutte quelle che abbiamo fatto abbiano avuto l’effetto opposto….

Buon ascolto e ringraziamo Inriverente.


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